
I dati Coldiretti sono chiari e drammatici. Si deve pensare ad azioni strutturali all’insegna della sostenibilità e che assicurino la tutela dell’ambiente
Emergenza siccità in Europa e in Italia, dove molte attività agricole sono a rischio sopravvivenza. Secondo Coldiretti, i campi hanno già perso in media un terzo delle produzioni di frutta, mais, frumento, riso, latte, con punte del 45% per il mais e i foraggi per alimentazione animale.
Nelle aree limitrofe al Po, particolarmente fertili, si assiste agli effetti disastrosi della risalita del cuneo salino, ormai arrivato a 30 chilometri dal delta del fiume, ovvero la risalita dell’acqua salata che dal mare si fa strada nella falda acquifera a causa di una ridotta portata del fiume.
I cambiamenti climatici non consentono semplicemente di aspettare condizioni meteo più favorevoli, ma si deve pensare ad azioni strutturali all’insegna della sostenibilità e che assicurino la tutela dell’ambiente.
Serviranno interventi sulle infrastrutture per evitare, come avviene ora, di disperdere lungo la rete degli acquedotti un terzo e anche più dell’acqua trasportata, un problema ben conosciuto ma su cui non si è mai riusciti a intervenire. Ma nel nostro Paese solo il 20% dei prelievi di acqua è destinato all’uso domestico, mentre il 25% va al settore industriale e oltre il 50% all’agricoltura.
Coldiretti ha quindi proposto la creazione di una vasta rete di invasi per raccogliere l’acqua piovana, mentre Webuild ha lanciato la proposta di ricorrere ai dissalatori. In Italia si tratta di una soluzione ancora relegata in una nicchia, ma è uno strumento ben conosciuto in Medio Oriente (dove Webuild ne ha costruiti diversi con la sua controllata Fisia Italimpianti) e Israele, dove garantisce la sopravvivenza, ed è diffusissimo anche in Spagna, dove oltre 700 dissalatori producono oltre metà dell’acqua potabile, in California e in Australia, che ha deciso di ricorrere massicciamente a questi impianti proprio dopo un periodo di siccità senza precedenti.
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