
Il presidente del Consiglio torna dopo due anni all’evento e invita tutti ad andare a votare
Dopo due anni di assenza, Mario Draghi ritorna al Meeting di CI a Rimini e viene accolto da una vera standing ovation.
«Grazie per il calore di questo applauso e per questo entusiasmo che mi colpisce molto in profondo. Voi giovani vivete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione e soprattutto la testimonianza di una vita coerente con questi ideali. Voi insieme riflettete, combattete, sperate, costruite. Ecco perché questo vostro entusiasmo mi colpiscono molto. Voi siete la speranza della politica», ha iniziato Draghi, rivolgendosi ai giovani seduti in platea, ringraziando poi le autorità per l’invito.
Il premier ha ricordato il suo precedente discorso sullo stesso palco, nel 2020 e ha parlato della situazione attuale: «Due anni fa su questo palco parlai della necessità di sostenere le famiglie, le imprese, in un periodo di recessione profonda, e dissi di tornare a una crescita sostenibile e condivisa. Parlai della distinzione tra debito buono e cattivo. Dell’importanza di sostenere i più deboli e i più giovani. Queste idee hanno ispirato l’azione del Governo di unità nazionale che il presidente della Repubblica mi ha chiesto di guidare qualche mese dopo. Adesso come allora, il meeting è un’occasione unica per guardare avanti con immaginazione e pragmatismo. Per ragionare sul Paese che siamo e su quello che vogliamo diventare. Anche oggi ci troviamo in un momento estremamente complesso per l’Italia e per l’Europa. Il quadro geopolitico è in rapida trasformazione, con le tensioni nello Stretto di Taiwan, il ritorno della guerra sul nostro continente, l’aumento dell’inflazione partito dal costo dell’energia; oggi pesa in modo molto gravoso su bilanci di famiglie e imprese. Il rallentamento della crescita globale si ripercuote negativamente sulle nostre esportazioni. I cambiamenti climatici si manifestano in modo minaccioso e richiedono una risposta decisa e urgente. Fenomeni metereologici estremi sono sempre più comuni con conseguenze spesso tragiche. Penso al dramma della siccità, allo scioglimento dei ghiacciai come quello della Marmolada, ai violenti nubifragi.
Tutte queste crisi hanno origini che sono spesso fuori dai confini del nostro Paese, ma spetta a chi ha responsabilità di Governo dire la verità e allo stesso tempo rassicurare i cittadini con proposte chiare e concrete.
Le decisioni che prendiamo oggi sono destinate a segnare a lungo il futuro dell’Italia. Nel febbraio dello scorso anno quando è iniziata l’esperienza dell’Esecutivo eravamo in un contesto diverso da quello attuale, ma che generava in noi un’incertezza penalizzante».
Il premier ha ricordato le problematiche vissute col covid, non solo per via della contrazione economica, la più dura dal dopoguerra, ma anche per le scuole chiuse, le vaccinazioni che progredivano lentamente e le terapie intensive piene. «In Europa c’era scetticismo sulla nostra capacità di ottenere il Pnrr. Ma a 18 mesi di distanza possiamo dire che non è andata così. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la Storia ci mette di nuovo davanti. Il Governo ha fatto del proprio meglio per rispondere con prontezza alle esigenze degli italiani e per compiere tutte le scelte necessarie, per mantenere alta la credibilità di fronte ai cittadini e ai partner internazionali. Questo è stato il nostro metodo di lavoro».
DRAGHI: “INVITO TUTTI AD ANDARE A VOTARE”
«Tra poche settimane gli italiani sceglieranno la composizione di un nuovo Parlamento che darà la fiducia a un nuovo Governo. Invito tutti ad andare a votare. In questa occasione voglio ringraziare tutti i ministri, tecnici e politici per dedizione e competenze messe a servizio dell’Italia. Nei mesi che abbiamo avuto a disposizione abbiamo gestito le emergenze che si sono presentate e cominciato a disegnare un Paese più forte, equo, moderno. Molto resta da fare in un contesto che come accennato è ostico e non consente soste: guidare l’Italia è un onore per cui sono grato al presidente Mattarella, al Parlamento, alle forze politiche che ci hanno sostenuto, a tutti gli italiani che come voi mi hanno accompagnato col loro affetto. Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di farlo, di guidare il Paese, saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro Esecutivo.
Sono convinto che il prossimo Governo riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili. L’Italia ce la farà anche questa volta. Soprattutto nei momenti di crisi l’azione di Governo deve essere rapida e convinta».
L’AGENDA POLITICA-ECONOMICA-SOCIALE DEL GOVERNO DRAGHI
Draghi ha spiegato che la guerra scoppiata in Ucraina ha cambiato l’agenda del Governo: «con l’installazione di rigassificatori l’Italia sarà indipendente entro il 2024. Un obiettivo fondamentale perché la Russia non ha esitato a usare il gas come arma contro Ucraina e alleati europei.
Dipendere come accaduto in passato da un Paese che non ha mai smesso di seguire il suo passato imperiale, è il contrario della sovranità. Non deve accadere mai più. I risultati dei nostri sforzi sono già visibili, a differenza di altri Paesi europei le forniture di gas russo in Italia sono sempre meno significative. Il livello di riempimento degli stoccaggi ha ormai toccato l’80% in linea con l’obiettivo di raggiungere il 90% entro ottobre. Il mantenimento dei volumi delle forniture di gas non impedisce l’aumento dei costi che hanno raggiunto livelli insostenibili.
Il Governo ha spinto molto a livello europeo per avere un tetto al gas russo. Alcuni Paesi continuano a opporsi perchè temono che Mosca possa interrompere le forniture. Ma i frequenti blocchi hanno dimostrato i limiti di questa posizione. Oggi l’Europa si trova con forniture incerte di gas russo e prezzi esorbitanti. La commissione è al lavoro su una proposta per introdurre un tetto che sarà consigliato al prossimo consiglio europeo. La commissione presenterà anche commissione su come slegare costo energia elettrica da costo gas. Questo legame che c’è non ha più senso. I produttori di energie rinnovabili in un mondo dominato dalla produzione di gas, potevano aver bisogno di essere sussidiati e lo sono stati e lo sono molto anche oggi, ma non ha più senso che il prezzo dell’energia elettrica sia legato al prezzo massimo del gas.
Era giusto dare e non prendere e così abbiamo fatto, in questa fase del ciclo economico. Il Governo non ha mai aumentato le tasse con l’eccezione delle tasse sugli extraprofitti delle imprese del settore energetico. Per le altre aziende, per i cittadini, il Governo ha iniziato un percorso di riduzione delle tasse per quanto compatibile con l’equilibrio di bilancio e il tempo che ci è stato dato. Per esempio revisione Irpef, riduzione Iva sulle bollette. L’obiettivo è stato quello di iniziare a rendere il fisco più leggero e allo stesso tempo più equo.
Eliminare ingiustizie e opacità non vuol dire aumentare le tasse. Questo è lo scopo della riforma del Catasto: aumentare la trasparenza, far emergere case fantasma; abbiamo avviato riforma riscossione e ci siamo impegnati perchè non ci fossero nuovi condoni prima del completamento. L’evasione fiscale non deve essere né tollerata né incoraggiata.
Questa agenda di politica economica ha avuto un impatto positivo sulla crescita. Il Pil è aumentato, siamo tornati ai livelli che registravamo prima pandemia in anticipo. Secondo il FMI cresceremo più di Francia, Germania e della zona Euro nel suo complesso».
Draghi ha spiegato che è cresciuto anche il tasso di occupazione. «La pandemia e il ritorno dell’inflazione hanno colpito in modo severo i più deboli, tuttavia l’aumento dei posti di lavoro, il taglio delle tasse per le famiglie, le corpose misure di sostegno hanno permesso di frenare l’aumento delle disuguaglianze. Il Governo si è mosso per sostenere le famiglie con quasi 14 miliardi in più per questo settore. Abbiamo aumentato la durata del congedo parentale, esteso il diritto di maternità, consentito a decine di migliaia di giovani con meno di 36 anni di acquistare casa con spese ridotte. Questa è stata la nostra agenda sociale».
DRAGHI: “L’ITALIA AL CENTRO DELL’UNIONE EUROPEA”
L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea, parte integrante della Nato. Il nostro debito pubblico è in mani straniere, imprese che contribuiscono alla nostra crescita. Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale.
L’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola. Il posto dell’Italia è al centro dell’Unione Europea e ancorato al patto atlantico ai valori di democrazia, libertà, progresso sociale e civile che sono nella storia della nostra Repubblica.
È con questa visione che i nostri padri e i nostri nonni hanno ricostruito l’Italia e reso la sua economia una delle più dinamiche al mondo con uno degli Stati sociali più generosi. È grazie alla partecipazione dell’Italia da Paese fondatore se l’Ue è diventata un’unione di pace e progresso. L’Italia ha bisogno di un’Europa forte tanto quanto l’Europa ha bisogno di un’Italia forte».