L’iniziativa è solo la prima di numerose indagini attese dal Congresso nei prossimi mesi. Intanto prosegue anche l’azione della Security and Exchange commission
L’ex capo della sicurezza di Twitter, Peiter “Mudge” Zatko (nella foto, a dx), l’uomo che ha denunciato alle autorità gravi falle di sicurezza nei sistemi e nelle pratiche della società, sarà ascoltato dalla commissione giustizia del Senato il 13 settembre.
Zatko ha inviato al Congresso e alle agenzie federali un documento di 84 pagine in cui si afferma che dirigenti di Twitter hanno tentato di insabbiare le vulnerabilità dei sistemi di sicurezza, incluso il fatto che oltre la metà dei server aziendali utilizzano software obsoleti.
Zatko, che ha parlato della vicenda in un’intervista esclusiva alla Cnn e al Washington Post, sostiene che Twitter conceda a un numero eccessivo di dipendenti l’autorizzazione di accesso a dati sensibili e riservati, con ampie falle di sicurezza che potrebbero essere sfruttate per lo spionaggio, l’hacking, la manipolazione elettorale e campagne di disinformazione. Accuse bollate da Twitter come false.
L’iniziativa è solo la prima di numerose indagini attese dal Congresso nei prossimi mesi. «Le accuse di Zatko di diffuse carenze della sicurezza e interferenze di attori stranieri su Twitter sollevano serie preoccupazioni. Se queste affermazioni sono accurate, potrebbero mostrare pericolosi rischi per la privacy e la sicurezza dei dati per gli utenti di Twitter in tutto il mondo» hanno dichiarato i senatori Dick Durbin e Chuck Grassley.
Intanto è emerso che anche la Security and Exchange Commission ha chiesto a Twitter, a metà giugno, informazioni sul calcolo della percentuale di account spam sulla sua piattaforma. Proprio il punto centrale della controquerela del ceo di Tesla Elon Musk contro Twitter, che inizialmente lo aveva citato in giudizio il tycoon per aver tentato di uscire dal suo accordo da 44 miliardi di dollari per acquistare la piattaforma di social media.
Musk ha messo in dubbio le affermazioni di Twitter secondo cui meno del 5% dei suoi utenti attivi giornalieri mensili sono account spam, come afferma nei suoi depositi di titoli. Twitter ha mantenuto quella cifra.
I documenti con la richiesta della SEC, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza dei titoli e degli scambi, sono stati resi noti mercoledì e nulla nella documentazione indica che l’agenzia sta contestando i numeri o perseguendo un’azione legale.
«Twitter ritiene di aver già adeguatamente divulgato la metodologia utilizzata per calcolare queste cifre» ha dichiarato la società in una lettera datata 22 giugno all’autorità di regolamentazione.
Il 27 luglio la Sec ha scritto di nuovo al ceo di Twitter, annunciando di aver completato la revisione dei documenti della società ricordando che l’azienda e la sua direzione sono responsabili dell’accuratezza e dell’adeguatezza delle loro divulgazioni.