
A pesare sui listini europei, anche la risalita del prezzo del gas all’hub olandese Ttf – sceso a 270 euro per megawattora e ora sopra i 280 euro, dopo le parole di Von der Leyen
Chiusura negativa per Piazza Affari. L’indice Ftse Mbi lascia sul terreno lo 0,24%, chiudendo a 21.841,88 punti base. Peggio il CAC 40 -0,79% di Parigi, il DAX 40 -0,56% di Francoforte, l’AEX -0,90% di Amsterdam e l’IBEX 35 -0,86% di Madrid. Chiusa Londra per festività.
Allo stop delle europee, Wall Street procedeva negativa. Il Dow Jones perde lo 0,84% a 32.014,17 punti, il Nasdaq cede l’1,17% a 12.001,61 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,86% a 4.022,83 punti.
Dopo un venerdì nero, lo stop del fine settimana non sembra avere riportato la calma sui mercati europei. Superata la metà seduta gli indici del Vecchio Continente proseguono nel segno di nuovi ribassi. Senza notizie e indicatori macro di rilievo, gli investitori hanno continuato a soppesare gli interventi dei banchieri centrali a Jackson Hole, a partire da quello di Powell, che ha confermato che la banca Usa utilizzerà “vigorosamente i suoi strumenti” per domare l’inflazione.
A pesare sui listini europei, anche la risalita del prezzo del gas all’hub olandese Ttf – sceso a 270 euro per megawattora e ora sopra i 280 euro, dopo le parole di Von der Leyen. Anche il brent in crescita, a 103 dollari (+2,1%).
Per quanto riguarda gli azionari a Milano , tra i titoli a maggior capitalizzazione, sugli scudi Tenaris (+4,78%), seguita da Banco Bpm (+3,13%) e Tim (+2,17%). Cali marcati invece per Pirelli & C -2,14%, che in avvio è stata fermata in volatilità a -6,3% e poi è tornata in contrattazione. In generale deboli le auto (Stellantis +0%, Cnh Industrial -0,15%), ma anche i tecnologici e le utility, queste ultime in altalena da varie sedute sulla scia delle tensioni sui prezzi dell’energia, da Hera -2,65% a Terna -1,75%, passando per A2a -2,32%.