
Dopo un primo semestre caratterizzato da una ripresa dei consumi grazie alla fine dei vincoli sanitari, si prevedono condizioni molto meno favorevoli nella seconda metà dell’anno
CSP International Fashion Group, la società di calze, collant e intimo dei marchi Sanpellegrino, Oroblù, Lepel, Le Bourget, Well, Cagi, Perofil e Luna di Seta soffre per i rincari delle materie prime e dell’energia.
Nel primo semestre l’azienda, quotata alla Borsa di Milano, pur avendo visto aumentare i ricavi da 35,1 a 39,3 milioni (+12%) ha segnato un risultato operativo lordo negativo per 0,7 milioni, in peggioramento rispetto a -0,1 milioni dello stesso periodo 2021, e ha registrato una perdita netta di 2,3 milioni (da un rosso di 2 milioni).
E’ migliorata invece la posizione finanziaria netta, positiva per 2,7 milioni (rispetto a un indebitamento di 2,4 milioni).
Dopo un primo semestre caratterizzato da una ripresa dei consumi in tutti i mercati grazie alla fine dei vincoli sanitari, si prevedono condizioni molto meno favorevoli nella seconda metà dell’anno a causa dell’accelerazione del livello di inflazione, che dovrebbe ripercuotersi sulla propensione agli acquisti dei consumatori nel loro complesso, e sul settore tessile in particolare – si legge nella nota di CSP.
Nel breve termine un ulteriore rischio potrebbe essere rappresentato dalla recrudescenza della pandemia. In tale contesto la pressione sui prezzi delle materie prime, dei trasporti e dell’energia continuerà a rimanere elevata.
Il management del Gruppo proseguirà nell’adozione e nel rafforzamento di tutte le azioni necessarie, attraverso uno stretto controllo sui costi, per mitigare gli impatti sul margine lordo a causa delle criticita’ derivanti dal continuo aumento dei costi.
Il Gruppo, riporta la nota, non prevede un rallentamento dell’aumento dei prezzi di acquisto delle materie prime nella seconda metà dell’anno, ma piuttosto prevede un ulteriore deterioramento delle condizioni di acquisto almeno fino alla fine della prima metà del 2023, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia che rimane alimentata dal proseguimento del conflitto russo-ucraino.