
L’Unione Europea potrebbe valutare il price cap sull’elettricità prodotta senza gas
Secondo Gazprom anche se gli stoccaggi europei dovessero arrivare al massimo non sarebbero sufficienti per l’inverno.
Lo ha riferito lo stesso colosso russo su Telegram, sottolineando che la Germania, tra il primo di ottobre e il 31 di marzo dello scorso anno, ha consumato 57 miliardi di metri cubi di gas, pari a 9,5 miliardi al mese.
Secondo la società i livelli attuali delle scorte, pari all’84% degli stoccaggi e a 18,3 miliardi di metri cubi, “sono attualmente comparabili al consumo medio di due mesi su sei nella stagione invernale”.
Nel periodo da gennaio ad agosto 2022 le esportazioni di Gazprom verso i Paesi non CSI (Comunità degli Stati indipendenti) sono calate a 82,2 miliardi di metri cubi, registrando un calo 37,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Lo rende noto la stessa società.
Crescono, invece, le esportazioni verso la Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia, grazie a un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e CNPC (China National Petroleum Corporation).
Secondo stime preliminari, negli ultimi 8 mesi la domanda mondiale è diminuita di 40 miliardi di metri cubi, di cui il 73% (29 miliardi di metri cubi) nei 27 paesi dell’UE.
Nello stesso periodo Gazprom ha prodotto 288,1 miliardi di metri cubi di gas, il 14,6% (49,1 miliardi di metri cubi) in meno rispetto allo scorso anno. La domanda di gas nel mercato domestico è scesa del 2,9% (di 4,7 miliardi di metri cubi).
Al momento è in corso il blocco delle forniture di gas all’Europa attraverso Nord Stream.
Nel frattempo l’Unione Europea starebbe valutando un tetto al prezzo dell’energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas in modo da ricavarne risorse per attenuare i costi delle bollette.
Stando alle prime indiscrezioni, la Commissione Europea potrebbe presentare la proposta ai Ministri dell’Energia dei 27 Paesi membri.
Per quanto riguarda l’Italia arrivano nuove indiscrezioni sul piano di razionamento energetico al quale sta lavorando il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per affrontare il caro gas.
Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe la possibilità di tenere accesi i termosifoni fino a due ore in più e due gradi in meno nelle zone d’Italia in cui il clima è più mite.
Stando a quanto riferito si tratterebbe più che altro di un consiglio dato ai cittadini, non un obbligo.