
La Commissione ha proposto agli Stati membri un obiettivo volontario di riduzione del consumo di gas del 15% fino a marzo, per prepararsi a potenziali ulteriori tagli
Un’interruzione totale delle forniture di gas russo all’Europa, combinata con un inverno freddo, potrebbe ridurre il prodotto interno lordo medio dell’Ue fino all’1,5% se i Paesi non si dovessero preparare in anticipo, secondo la Commissione europea.
La Commissione ha proposto agli Stati membri un obiettivo volontario di riduzione del consumo di gas del 15% fino a marzo, per prepararsi a potenziali ulteriori tagli di gas dalla Russia. Secondo la Commissione, un taglio totale del gas russo in un inverno medio potrebbe ridurre il Pil medio dell’Ue fino all’1% se i Paesi non si dovessero preparare.
La Commissione potrebbe rendere l’obiettivo obbligatorio se dichiarasse che esiste un rischio sostanziale di grave carenza di gas nell’Unione europea. La proposta deve essere approvata da una maggioranza qualificata di Stati membri.
I diplomatici degli Stati dell’Ue ne discuteranno venerdì, con l’obiettivo di approvarla in occasione della riunione dei ministri dell’Energia dei paesi Ue il 26 luglio.
«La situazione rimane piuttosto critica. C’è il rischio di interruzioni, che è molto forte, poiché già metà dei nostri Stati membri è interessata in tutto o in parte da interruzioni. E di conseguenza, 13 Stati membri sono stati parzialmente o completamente tagliati fuori dal gas russo». Lo ha affermato la vice direttrice generale della Direzione generale Energia della Commissione europea, Mechthild Wörsdörfer, in audizione alla Commissione industria del Parlamento europeo.
«Nord Stream 1 è da ieri 31 agosto per tre giorni in manutenzione. Quindi non ci sono flussi di gas dalla Russia alla Germania e stiamo anche osservando l’impatto di questo. C’è una buona notizia in tutto ciò, ovvero lo stoccaggio e il riempimento dello stoccaggio del gas, la media dell’Ue dell’80%. Alcuni sono ancora tra i 60 e i 70%», ha aggiunto.
La Commissione potrebbe rendere l’obiettivo obbligatorio se dichiarasse che esiste un rischio sostanziale di grave carenza di gas nell’Unione europea. La proposta deve essere approvata da una maggioranza qualificata di Stati membri. I diplomatici degli Stati dell’Ue ne discuteranno venerdì, con l’obiettivo di approvarla in occasione della riunione dei ministri dell’Energia dei paesi Ue il 26 luglio.
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