
Il colosso energetico russo ha riferito che il flusso dal gasdotto è stato interrotto a causa di “nuovi problemi di funzionamento delle apparecchiature”. Siemens: “non è un motivo per chiudere”
Nord Stream resta fermo: è stato completamente interrotto il flusso dal gasdotto, che non ripartirà il 3 settembre ma rimarrà chiuso per un periodo di tempo “indefinito”. In una nota Gazprom fa sapere che il blocco è dovuto a un nuovo guasto.
«Durante i lavori di manutenzione sull’unità di compressione del gas Trent 60 della stazione di compressione di Portovaya, eseguiti insieme ai rappresentanti di Siemens – scrive il colosso energetico russo – è stata rilevata una perdita d’olio con una miscela di un mastice sigillante. Fino a quando non saranno eliminati i problemi di funzionamento delle apparecchiature, il trasporto del gas al gasdotto Nord Stream è stato completamente interrotto».
Il gasdotto sarebbe dovuto ripartire dopo tre giorni di stop dovuti a lavori di manutenzione.
Ma Siemens, che produce le turbine del gasdotto, non ci sta e afferma che non i sono i presupposti per una chiusura.
«Una perdita di olio – ha dichiarato la multinazionale tedesca – non costituisce una ragione tecnica sufficiente a giustificare la chiusura del gasdotto Nord Stream».
Dopo l’annuncio l’euro è scivolato nuovamente sotto la parità con il dollaro. La moneta unica, che fino all’annuncio del colosso energetico russo si trovava sopra la parità, è scesa a 0,996.
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani parla di un “ricatto” da parte di Mosca.
«Il ricatto russo è chiaro a tutti, tra l’altro l’aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci hanno dato meno gas a prezzo più alto, consentendo di introitare un sacco di soldi con cui finanziano la guerra – ha dichiarato Cingolani – La Russia non può sospendere rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. È una partita di poker».