Pubblicato il 36° Rapporto sul commercio estero: il valore delle esportazioni nel 2021, è stato di 581 miliardi di euro, il 32% del Pil del Paese
Le imprese esportatrici italiane hanno reagito prontamente durante e dopo la pandemia, facendo registrare per l’Italia tassi di crescita dell’export più sostenuti di quelli di altre grandi economie comparabili.
Già alla fine del 2021 l’export italiano aveva superato del 7,5% i livelli pre-pandemia, +18,2% sul 2020, e nei primi sei mesi del 2022 si è registrata un’ulteriore crescita tendenziale del 22,4%. È quanto emerge dalla XXXVI edizione del Rapporto sul commercio estero L’Italia nell’economia internazionale.
La crescita tendenziale nei primi 5 mesi di quest’anno riguarda quasi tutti i settori e, per molti, è largamente positiva anche sul 2019: i prodotti alimentari e bevande (+18,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 e, addirittura, +31,2% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti del settore dei metalli (+29,2% sullo stesso periodo del 2021 e +44,5% sullo stesso periodo del 2019), i prodotti chimici (+28,5% e +38,2% a pari periodo sul 2019) e degli apparecchi elettrici (+16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +24,9% sul 2019).
Considerando l’andamento dell’export nel primo semestre di quest’anno, è verso la Turchia che le esportazioni italiane hanno registrato la maggior crescita (38,5% rispetto allo stesso periodo del 2021), seguita da Belgio (+32,7%), Stati Uniti (+31,3%), Spagna (29,1%), Austria (+24,8%), Romania e Paesi Bassi (+23%), Regno Unito (+20,8%) e Francia (+20%). Solo per la Russia (-17,6%), a seguito del conflitto in Ucraina, si registra una sostanziale flessione.
Il valore doganale delle esportazioni di beni e servizi dell’Italia, nel 2021, è stato di 581 miliardi di euro ed esse hanno rappresentato il 32% del Pil del Paese (nel 2020 era il 30,2%).
Infine, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di beni nel 2021 (2,71%) è leggermente inferiore rispetto all’anno precedente (2,82%). La riduzione dell’avanzo commerciale (44,2 miliardi di euro) rispetto al 2020 riflette la crescita del disavanzo del comparto energia. Al netto di questa componente, infatti, il surplus sfiora i 90 miliardi, in aumento rispetto agli 86 dell’anno precedente.
Alla luce del conflitto russo-ucraino, ICE e Prometeia hanno rivisto e pubblicato a luglio il loro rapporto sull’Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori: ne emerge una stima di crescita del commercio mondiale di beni e servizi in volume del 4,1% nel 2022 e del 3.2% nel 2023.
Anche se i tassi di incremento sono ben inferiori a quelli che erano stati ipotizzati a inizio febbraio, restano prospettive di crescita nel breve-medio periodo e le imprese italiane hanno il potenziale per poterle cogliere.
Dal punto di vista geografico, gli incrementi più elevati sono attesi per l’Asia centrale (+15,5% nel 2023/2021), l’Africa settentrionale (+9,2%), l’Asia orientale (+9%), l’America centro-meridionale (+8,8%) e il Medio Oriente (+8,7%).