Secondo il presidente di Energoatom Kotin le truppe russe avrebbero commesso violenze nei confronti di decine di dipendenti
Secondo il presidente di Energoatom Petro Kotin le forze russe avrebbero ucciso due dipendenti della centrale nucleare di Zaporizhzhia e commesso violenze nei confronti di decine di lavoratori.
«È stato gradualmente instaurato un regime di vessazioni, con torture e pestaggi del personale» ha dichiarato Kotin, secondo il quale due lavoratori “sono stati picchiati a morte”, mentre circa 200 membri dello staff sono stati arrestati e una decina risultano al momento scomparsi.
Durante un’intervista all’Afo, Kotin ha descritto la situazione a Zaporizhzhia “molto difficile”, riferendo che “due persone nel territorio della centrale sono rimaste ferite in bombardamenti in separate occasioni”.
«Ma la gente capisce che la sicurezza nucleare dell’impianto dipende da loro – ha continuato Kotin – quindi i lavoratori tornano a Energodar e continuano a lavorare nella struttura. I russi cercano persone filo-ucraine e le perseguitano. La gente è psicologicamente distrutta».
Stando a quanto riferito dal sindaco di Donetsk Alexey Kulemzin due civili sono morti e altri cinque sono rimasti feriti a causa di un colpo di artiglieria dell’esercito ucraino che si è abbattuto su una fermata del filobus.
Stando a quanto riferito dal sindaco della cittadina nell’omonima repubblica separatista, l’obice ha colpito il capolinea di fronte al grande magazzino Izumrud.