Pubblicate oggi a Parigi le Prospettive dell’Occupazione Ocse 2022: “Siamo tra due crisi: da quella legata al Covid-19 a quella del costo della vita legata alla guerra in Ucraina”
Il mercato del lavoro dell’Italia ha continuato a migliorare nei primi mesi del 2022 portando il tasso di disoccupazione al 7,9% a luglio, ancora ben al di sopra della media Ocse del 4,9%: è quanto si legge nella scheda dedicata all’Italia delle Prospettive dell’Occupazione Ocse 2022 pubblicate oggi a Parigi.
In Italia – sottolinea l’organismo per la cooperazione e lo sviluppo economico internazionale – l’impatto della crisi del Covid-19 sul mercato del lavoro è stato attenuato dall’uso massiccio della Cassa Integrazione. Nonostante l’enorme calo delle ore lavorate, il tasso di disoccupazione massimo del secondo trimestre 2020 era solo 0,5 punti percentuali al di sopra del 9,7% del dicembre 2019.
Ma sopratutto, i salari reali scenderanno del 3% in Italia nel corso del 2022, contro una media Ocse del 2,3%. Nonostante l’aumento della tensione nel mercato del lavoro, la crescita salariale nominale rimane debole in Italia, spiega l’istituto. Nel secondo trimestre 2022, la crescita annua dei salari orari negoziati è rimasta intorno all’1%, mentre l’inflazione ha raggiunto il 6,9% (contro una media Ocse del 9,7%).
«La dinamica del mercato del lavoro in Italia è positiva, incoraggiante, ma molto resta ancora da fare» dice il direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta, intervistato dall’Ansa a Parigi. Scarpetta evoca, tra l’altro, le difficoltà di accesso delle donne al mercato del lavoro e dei lavoratori con basse competenze.
«Siamo tra due crisi: da quella legata al Covid-19 a quella del costo della vita legata alla guerra in Ucraina. Il mercato del lavoro è attualmente in una situazione abbastanza buona», ha osservato, avvertendo tuttavia che il dato sulla disoccupazione (in calo al 7,9% a luglio 2022 secondo l’Ocse) non ha ancora subito gli effetti della nuova crisi economica, con un probabile rallentamento previsto nei prossimi mesi del 2022 e nel 2023. Una contrazione che rischia di portare effetti negativi anche sul mercato del lavoro.
Per quanto riguarda l’Europa, l’occupazione è tornata a livelli pre-crisi alla fine del 2021 ed ha continuato a crescere nei primi mesi del 2022. Il tasso di disoccupazione – precisa l’organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica – è sceso dal picco dell’8,8% dell’aprile 2020 fino al 4,9% di luglio 2022, poco sotto il 5,3% di dicembre 2019. Tuttavia, il recupero del mercato del lavoro è stato disomogeneo tra paesi e settori ed è ora minacciato dalle conseguenze economiche della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
I posti vacanti sono cresciuti a livelli record nell’area Ocse e il numero di imprese che riportano difficoltà a reperire manodopera è cresciuto in molti paesi e settori. Nonostante ciò, la crescita dei salari nominali rimane ben al di sotto dell’inflazione elevata spinta dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Secondo le proiezioni, prosegue l’organismo internazionale, l’inflazione rimarrà ben al di sopra della crescita salariale negoziata per il 2022, continuando ad erodere i salari reali.
In Italia – precisa l’Ocse- l’incidenza di posti di lavoro vacanti ha raggiunto livelli record nella seconda metà del 2021, per stabilizzarsi intorno a 1,9 nel primo trimestre 2022. L’aumento del tasso è stato particolarmente forte nei servizi di alloggio e di ristorazione, dove ha raggiunto il 3% all’inizio del 2022.
Infine, i mercati del lavoro dei Paesi Ocse sono ripartiti con vigore dopo la pandemia da Covid-19, ma le prospettive mondiali sull’occupazione sono oggi molto incerte. La guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l’Ucraina pesa sulla crescita mondiale e alimenta l’inflazione, con conseguenze negative sugli investimenti delle aziende e sui consumi privati.
Secondo l’Employment Outlook 2022 pubblicato oggi a Parigi, la crescita dell’occupazione potrebbe presto rallentare, mentre i forti aumenti dei prezzi dell’energia e dei prodotti di base hanno scatenato una crisi legata al costo della vita.
La fiammata dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia ha conseguenze devastanti, in particolare, per i nuclei famigliari modesti, sottolinea in una nota il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, aggiungendo che malgrado notevoli penurie di manodopera, la crescita dei salari reali non compensa l’attuale spinta inflazionistica.
In questo contesto le autorità pubbliche dovrebbero adottare misure di sostegno mirate, questo consentirebbe di aiutare le famiglie e le imprese più bisognose, contenendo gli effetti dell’inflazione nonché il costo di tali interventi.
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