
Secondo quanto riferisce la Biondi Santi, storica produttrice del rosso celebre in tutto il mondo, la qualità dell’uva è comunque ottima
Alla Tenuta Greppo di Biondi Santi, dove è nato il Brunello di Montalcino, il 31 agosto è iniziata la vendemmia.
«È consuetudine della cantina vendemmiare presto, già nella prima metà di settembre, per una raccolta di uve mai troppo mature, ideali a rispecchiare lo stile del Brunello Biondi-Santi», si spiega dall’azienda vinicola, ma è la prima volta, dal 1888, annata di origine del celebre vino.
«Le temperature di quest’anno – prosegue Biondi Santi -, hanno spinto a una vendemmia che entrerà nella storia come la più anticipata di sempre. Una raccolta non massiva, ma solo di selezionate parcelle di vigneti, quelle in cui le uve hanno indicato un precoce e tuttavia ottimo livello di maturazione dopo un’annata molto secca, priva di piogge e segnata da temperature medie elevate. Le precipitazioni avvenute a metà agosto hanno dato respiro alle piante che hanno vissuto in stato di stress. La buccia dell’uva raccolta è spessa e croccante, la polpa è fresca, indice di un’ottima acidità, caratteristiche fondamentali per i vini longevi di Biondi-Santi».
«La nostra missione è preservare lo stile Biondi Santi – dichiara Federico Radi, direttore tecnico Biondi Santi -. Per noi questo significa creare un habitat in grado di far fronte al meglio al cambiamento climatico, per continuare a produrre uve di altissima qualità che rispettino lo stile distintivo Biondi Santi e le caratteristiche dell’annata. L’approccio ‘rigenerativo’ avviato nei nostri vigneti ci sta mostrando una maggiore resilienza delle piante allo stress idrico e termico. C’è molto lavoro da fare, molti sono i nostri progetti e non mancano i primi esiti positivi. Negli ultimi 3 anni notiamo un lento, ma progressivo aumento della sostanza organica nei suoli».