
Milano chiude sopra di quasi mezzo punto, Parigi in calo dello 0,37%. Male anche Francoforte (-1,17%). La peggiore è Londra che lascia sul terreno l’1,47%
Le Borse europee chiudono quasi tutte in rosso dopo una seduta segnata dalla volatilità. Tra le poche a salvarsi c’è Milano, la migliore a fine giornata con il Ftse Mib a +0,49% grazie al traino delle banche. Parigi chiude in calo dello 0,37%. Male anche Francoforte (-1,17%). La peggiore è Londra che lascia sul terreno l’1,47%.
La risalita dei prezzi del gas, nel giorno della presentazione delle misure Ue contro il caro energia, con lo slittamento dell’atteso price cap sul metano e gli effetti dell’inflazione Usa sopra le attese, col timore che la Fed ora possa procedere a un rialzo secco dei tassi di cento punti base (rispetto ai 75 stimati finora dal mercato) mandano in tensione i mercati.
Mentre Wall Street galleggia poco sopra la parità, dopo il tonfo della vigilia, l’attenzione degli operatori è già rivolta alle mosse della Federal Reserve della prossima settimana, con la Bce pronta a seguirla a ruota, come indicato dal suo capoeconomista, Philip Lane, che ha parlato di ‘nuovi rialzi dei tassi’ nelle prossime riunioni per riportare l’inflazione al target del 2%.
Sul mercato valutario, l’euro torna sotto la parità nei confronti del biglietto americano: il cambio si attesta a 0,998 (da 1,001 ieri in chiusura). Euro/yen a 142,72 (da 144,37) mentre la sterlina balza a a 1,156 dollari dopo i dati sull’inflazione inglese che ha rallentato al 9,9% ad agosto (pur restando ai livelli massimi da 40 anni).
In rialzo verso fine seduta dell’11,8% i prezzi del gas in Europa a 222 euro al MWh. Corre, infine, anche il petrolio con il Wti di ottobre a 89,7 dollari al barile (+2,7%) e il Brent di novembre a 95,3 dollari (+2,3 per cento).
Il listino principale milanese, pur volatile per buona parte delle contrattazioni, si è salvato grazie agli istituti di credito, che continuano a beneficiare delle prospettive sulla stretta monetaria, da Bper (+3,8%) a Banco Bpm (+3,2%). Brillano anche Nexi (+3,8%) e Ferrari (+2,5%) dopo il lancio del nuovo modello Purosangue, accompagnato da un boom di ordini.
Sul fronte opposto, il possibile prelievo sui “profitti eccessivi” del settore energetico, annunciato da Ursula von der Leyen, ha invece mandato in affanno le utility, come Hera (-3,6%) e A2a (-2,8%).