
Il capo del Dipartimento comunicazioni del Fmi, Rice, ha anticipato alcune considerazioni in vista del prossimo Economiche Outlook
Tutti gli indicatori più recenti segnalano perdita di slancio della crescita globale mentre “l’enorme incertezza” che assieme all’alta inflazione dominano il quadro attuale saranno inevitabilmente prese in considerazione quando il Fondo monetario internazionale aggiornerà le sue previsioni, nel nuovo Economiche Outlook.
«È troppo presto per dire se nel 2023 ci sarà recessione diffusa su scala globale, ma come recentemente ha affermato la direttrice Kristalina Gerogieva – ha affermato il capo del Dipartimento comunicazioni del Fmi, Gerry Rice – anche se dei Paesi non sono tecnicamente in recessione, e registrano ancora crescita positiva, per molte persone la situazione sarà percepita come recessione».
Rice ha ricordato che da quando è stato aggiornato l’Economic Outlook, ad aprile, la guerra si è trascinata, è peggiorato il quadro delle forniture di gas all’Europa, le materie prime sono rimaste elevate e in Cina sono stati impositivi ulteriori lockdown.
Nell’aggiornamento dello scorso aprile il Fmi prevedeva una crescita globale del 3,6% sia quest’anno che sul 2023, dopo aver operato revisioni al ribasso rispettivamente di 0,8 punti su quest’anno e di 0,2 punti sul prossimo. Per l’Italia prevedeva 2,3% di crescita quest’anno e 1,7% il prossimo.