I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” segnano un balzo del +9,6%, un aumento che non si osservava da giugno 1984. In alcune città va in doppia cifra
I dati definitivi dell’Istat confermano le previsioni: ad agosto, l’inflazione in Italia ha raggiunto un tasso record dalla fine del 1985. L’indice nazionale dei prezzi al consumo Nic, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’8,4% su base annua (da +7,9% del mese precedente) e un incremento dello 0,8% su base mensile.
I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” segnano un balzo ancora maggiore (+9,6%), un aumento che non si osservava da giugno 1984.
Sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e che, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello (+8,4%) che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu pari a +8,8%), spiega l’Istituto di statistica.
In alcune città l’inflazione raggiunge addirittura le due cifre: ad esempio, rileva l’Istat, tra i capoluogi di regioni e province il tasso tendenziale piu’ elevato si registra a Bolzano e Catania (entrambi +10,5%) e Palermo (+10,4%), mentre le variazioni più contenute si registrano a Parma (+7,3%), Reggio Emilia e Torino (entrambi +7,4%).
Quanto alle zone, l’inflazione è più alta di quella nazionale nelle Isole (in accelerazione da +9,2% a +9,8%) e nel Nord-Est (da +8,4% di luglio a +8,9%), mentre si posiziona al di sotto nel Sud (da +7,8% a +8,3%), nel Centro (da +7,8% a +8,1%) e nel Nord-Ovest (da +7,6% a +7,7%).
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