La Cub accende nuovamente i riflettori sugli incidenti e i caduti sul lavoro
I sindacati di base starebbero pensando a uno sciopero per accendere nuovamente i riflettori sugli incidenti e le morti sul lavoro.
«Nel 2022 si sono già avuti 1080 morti, equivalenti a 120 deceduti al mese – scrive il Centro Studi della Cub – La proiezione sull’anno porta a superare i 1.404 del 2021.Senza considerare i lavoratori che non vengono conteggiati perché perdono la vita mesi o anni dopo ma per conseguenza diretta dell’infortunio subito, o per errore».
Alla protesta aderiscono oltre alla Cub, Sgb, Sicobas, Unicobas-Cib, Usb, Usi-Cit, A.L. Cobas, Confederazione Cobas, Sgc, Lmo, Adl varese e Cobas Sardegna.
La protesta scaturisce dall’ennesima morte sul alvoro, quella di Giuliano De Seta, il 18enne morto in una ditta di San Donà di Piave (Venezia) durante l’alternanza scuola-lavoro.
«Nell’industria, in agricoltura, finanche nel terziario le misure per garantire la sicurezza dei lavoratori andrebbero applicate con il massimo rigore – ha dichiarato Natale Alfonso, coordinatore nazionale Cub Scuola Università Ricerca – Sulla morte dello studente il ministro Bianchi ha dichiarato di aver ‘appreso con dolore della tragedia’. Lo invitiamo a riflettere sul concetto di ‘scuola affettuosa’ che gli è tanto caro e registriamo che questa volta ha mostrato il buon gusto di non promettere l’apertura di un inutile tavolo per la sicurezza. Un analogo fantomatico tavolo non ha portato ad alcun provvedimento concreto. Il fatto è che Giuliano non doveva essere in fabbrica ma stare a scuola e lì formarsi come cittadino, imparare quei diritti e quei doveri che ci distinguono dai ‘sudditi’, primo fra tutti il diritto a un lavoro sicuro e a uno stipendio dignitoso».