
Secondo il vice presidente della Banca centrale europea, la crisi derivante dalla congiuntura internazionale non è sufficiente a far calare i prezzi
«L’eurozona potrebbe subire una recessione nel corso dell’inverno a causa dell’intensificarsi dei rischi per le prospettive di crescita, ma anche questo non è sufficiente a ridurre l’inflazione senza ulteriori rialzi dei tassi». Lo ha detto il vicepresidente della Banca centrale europea Luis de Guindos.
La crescita ha sofferto a causa degli alti costi dell’energia e della perdita di gas russo, con il rischio di razionamenti energetici durante l’inverno, mentre le famiglie e le imprese sono state colpite finanziariamente dai costi elevati. «I mercati credono che il rallentamento dell’economia ridurrà l’inflazione da solo – ha detto de Guindos a una conferenza -. In realtà, questo non è corretto. La politica monetaria deve dare un contributo».
La Bce ha promesso aumenti dei tassi in ciascuna delle prossime riunioni e i mercati vedono il tasso di deposito superare il 2,5% entro la prossima primavera, passando dall’attuale livello dello 0,75%.
De Guindos ha aggiunto che i recenti dati economici indicano un sostanziale rallentamento dell’economia e che i rischi per la proiezione della Bce di una crescita stagnante nei mesi invernali sono orientati verso il basso. L’inflazione è “molto, molto” alta in questo momento, ha detto De Guindos, e il potenziale prolungamento della guerra della Russia in Ucraina rischia di mantenere questo tasso scomodamente alto più a lungo.
La crescita dei prezzi ha raggiunto il 9,1% il mese scorso ed è stata vista in aumento nei prossimi mesi prima di un lento declino che la manterrà ancora al di sopra dell’obiettivo del 2% della Bce fino al 2024.