
La Rbi sta prendendo provvedimenti per affrontare la questione e adottare ulteriori misure. L’anno scorso ne ha fatte rimuovere duemila da Google
Il governatore della Banca centrale indiana ha espresso oggi le preoccupazioni per i tassi di interesse usurari, le pratiche di recupero non etiche e i problemi di privacy dei dati causati dal crescente numero di app di prestito digitale.
Sebbene queste app siano servite alle esigenze di vari segmenti, il governatore della Reserve Bank of India (Rbi) Shaktikanta Das ha dichiarato a un incontro sul fintech di voler segnalare alcune preoccupazioni sostanziali per quanto riguarda la proliferazione sfrenata di app di prestito digitale.
La Rbi, in collaborazione con altre agenzie competenti, sta prendendo provvedimenti per affrontare la questione e adottare ulteriori misure, se necessario, ha dichiarato il governatore.
All’inizio di questo mese, la Rbi ha emanato delle linee guida sui prestiti digitali con l’obiettivo dichiarato di proteggere i mutuatari, consentendo che tutte le erogazioni e i rimborsi dei prestiti siano eseguiti solo tra il conto del mutuatario e le entità regolamentate, senza l’interferenza dei fornitori di servizi di prestito.
Assicurando il sostegno all’innovazione e aspettandosi che l’ecosistema fintech si concentri sulla governance, sulla condotta aziendale, sulla conformità normativa e sui quadri di mitigazione del rischio, Das ha sottolineato che robusti quadri interni di garanzia dei prodotti e dei servizi, insieme a una governance equa e trasparente, contribuiranno a salvaguardare gli interessi dei clienti e a garantire la sostenibilità a lungo termine delle stesse entità fintech.
I media hanno riferito che lo scorso anno il motore di ricerca Google ha rimosso più di 2.000 app di prestito digitale dal suo Play Store dopo che il governo indiano gli ha ordinato di introdurre controlli più severi per contribuire a frenare l’uso di app di prestito digitale illegali ed eliminarle.