Immediata anche la reazione sul mercato dei titoli del settore della difesa e anche i petroliferi sulla scia della netta risalita dei prezzi del greggio
Il dollaro è ai massimi da vent’anni dopo l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin che l’esercito di Mosca richiamerà i riservisti, mai accaduto dopo la Seconda guerra mondiale. Un’iniziativa che indica che la guerra in Ucraina si trascinerà ancora.
L’indice che misura il biglietto verde contro un paniere di sei valute è salito dello 0,6% in apertura a Londra, toccando il livello più alto dal 2002. La sterlina ha perso lo 0,3%, l’euro lo 0,7% consolidando il livello di 0,99 dollari. Lo yen, che spesso sale in periodo di tumulto geopolitico sull’onda del rimpatrio di capitali da parte degli investito, ha guadagnato lo 0,3% a 143,33 sul dollaro.
Immediata la reazione sul mercato dei titoli del settore della difesa e anche i petroliferi sulla scia della netta risalita dei prezzi del greggio.
Il sottoindice Stoxx600 che raccoglie 24 big dell’industria europea dell’Aerospazio e Difesa sale del 2%, circa a fronte del +0,2% dello Stoxx 600 generale, e i principali gruppi quotati sono i migliori di giornata sui rispettivi listini nella prospettiva di un ulteriore incremento delle spese per la difesa: a Milano Leonardo guadagna il 6% e Avio il 2,4%, a Parigi Thales sale del 5,5% e anche Dassault Aviation si muove allo stesso ritmo, a Francoforte il gruppo degli armamenti Rheinmetall sale dell’8% e Hensoldt, attivo nei sensori e nell’elettronica per la difesa, mostra un incremento dell’11%. Anche a Londra Bae Systems (+5,8%) e Babcock International sono tra i protagonisti della seduta.
L’intenzione di Putin è quella di mobilitare 300mila riservisti per rafforzare le truppe impegnate in Ucraina e il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha sottolineato che questo numero rappresenta solo una piccola parte delle persone che possono essere mobilitate nel Paese.
Gli annunci di Mosca hanno avuto un immediato impatto sui prezzi del petrolio che sono tornati a salire portando il Brent a 93 dollari al barile e il Wti sopra 86 dollari al barile e favorendo anche gli acquisti sui titoli dell’industria petrolifera: a Milano in evidenza Tenaris (+3,7%) e Eni (+2,5%) ma anche nel resto d’Europa Total, Bp, Repsol sono tra i migliori.