
Ieri la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse, come previsto, di 75 punti base e il presidente Powell ha ribadito il “forte impegno” a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%
Apertura in netto calo per le Borse europee. In avvio di contrattazioni Milano scivola a 21.699 punti, cedendo l’1,53%. Analogo l’andamento delle altre piazze del Vecchio continente: Parigi arretra dell’1,69%, Francoforte dell’1,80%. Londra lascia sul terreno un punto percentuale (-1,01%).
I mercati continuano a essere scossi dai timori di rallentamento globale e dalle mosse sempre più aggressive delle banche centrali per contrastare l’impennata dell’inflazione.
Ieri la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse, come previsto, di 75 punti base e il presidente Jerome Powell ha ribadito il “forte impegno” a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%, ma intanto il quadro economico si sta deteriorando e per fine anno si prevede che il Pil crescerà di solo lo 0,2%, contro un +1,7% stimato a giugno.
Sebbene il rialzo di tre quarti di punto fosse ampiamente previsto, ha destato una certa sorpresa la previsione della banca centrale secondo cui i costi di finanziamento si manterranno probabilmente al di sopra del 4% per tutto il prossimo anno.
Partenza in rialzo per lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni: il differenziale viaggia sui 225 punti base contro i 222 della chiusura di ieri. Il rendimento del prodotto del Tesoro e’ al 4,15%, dopo che martedi’ ha toccato quota 4,2%, i massimi dal 2013.
Il dollaro resta rialzista, dopo che ieri la Federal Reserve ha varato un nuovo energico rialzo dei tassi di interesse (75 punti base) e, determinata a far calare l’inflazione, ha rivelato di attendere di portarli fino al 4,6% nel 2023. Nel corso degli scambi mattutini l’euro ha segnato un nuovo minimo da 20 anni a 0,982 sulla valuta Usa, successivamente ritraccia leggermente a 0,984.
Lo yen è sceso a un minimo di 24 anni, 145,405 per dollaro, subito dopo l’annuncio della Boj di mantenere la politica monetaria invariata, ma poi è risalito bruscamente fino a 144,98.
Tra le materie prime, poco mosso il petrolio dopo i ribassi della vigilia: i future del Wti novembre salgono dello 0,59% a 83,43 dollari al barile, quelli del Brent di pari scadenza dello 0,71% a 90,47 dollari. In discesa invece i prezzi del gas naturale, con i contratti ottobre scambiati ad Amsterdam in discesa del 4,62% a 181,005 euro al megawattora. Sul fronte dei cambi l’euro si indebolisce a 0,9818 dollari (da 0,9986 alla vigilia).
Infine, in ribasso il prezzo dell’oro sui mercati. Il metallo con consegna immediata cede lo 0,86% a 1659 dollari l’oncia.
Per quando riguarda le macro sarà una giornata intensa: gli occhi sono puntati sulla Bank of England che ha rinviato la decisione sui tassi a oggi (alle 13), in segno di cordoglio e rispetto per la morte di Elisabetta II. Da attese l’istituto centrale britannico dovrebbe alzare i tassi di 50 punti base ma potrebbe segnalare anche ulteriori misure restrittive. Previsti anche gli annunci da parte delle banche centrali di Svizzera (9,30) e Norvegia (10,30): entrambe dovrebbero stringere le maglie per contrastare il surriscaldamento dei prezzi.
Atteso poi in mattinata il bollettino economico mensile della Bce che conterrà le nuove stime su Pil e inflazione della zona euro. A Francoforte è in calendario una riunione del Consiglio ma senza decisioni politiche. Isabel Schnabel ha affermato che l’inflazione potrebbe salire ancora nel breve termine e che e’ necessario alzare ancora i tassi. Sulla stessa linea anche Luis De Guindos che ieri ha sottolineato come la recessione da sola non basta a contrastare i picchi dell’inflazione. Qualche indicazione arriverà infine anche dal mercato del lavoro negli Usa con la diffusione delle richieste di sussidi di disoccupazione.
Infine, sul listino milanese, da tenere d’occhio Unicredit, che continua ad esaminare tutte le oportunità M&A, alle giuste condizioni, nei paesi dove è presente; Aeffe prevede un aumento dei prezzi “di qualche punto percentuale” per i suoi marchi per far fronte ai costi crescenti e per proteggere i margini; in uscita il bilancio di Mediobanca.