
Secondo l’intelligence britannica il piano di mobilitazione di 300mila unità lanciato da Putin è un’ammissione che la Russia ha esaurito i volontari
L’assemblea generale delle Nazioni Unite non ha contribuito a distendere la tensione nei rapporti globali, né frena l’avanzata sul campo dell’esercito di Mosca che continua ad attaccare gli obiettivi ucraini. Questa mattina ci sono stati ancora bombardamenti nella città e nella regione di Zaporizhzhia, dove “alcune zone sono rimaste senza elettricità e sono in corso accertamenti su eventuali vittime e distruzioni“.
Pesanti bombardamenti questa notte sono stati registrati anche a Nikopol, nel distretto orientale di Dnipropetrovsk. «Hanno ucciso un uomo di 35 anni – riferiscono le autorità locali. – Le strade sono disseminate di detriti e frammenti di munizioni. I proiettili russi hanno colpito anche due ospedali, una scuola, un museo di storia locale, edifici amministrativi, negozi e un mercato. In città sono stati danneggiati 17 edifici, gasdotti e linee elettriche».
L’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk è stato liberato grazie a un nuovo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. Il miliardario “che ha già fornito tutte le prove possibili all’inchiesta” sull’invasione come ha riferito il capo dell’ufficio del presidente Zelensky è stato infatti scambiato con 200 ucraini catturati dai russi. Lo scambio sarebbe stato “il risultato di accordi personali tra il presidente Zelensky e il presidente Erdogan“.
Fra i prigionieri scambiati anche due cittadini statunitensi, inclusi nell’accordo. Per loro sono arrivati i ringraziamenti del capo della sicurezza nazionale della Casa Bianca Jack Sullivan che cita anche “il principe ereditario e il governo dell’Arabia Saudita” per aver facilitato l’accordo.
Lo scambio ha coinvolto anche i leader del battaglione Azov, in prima linea in difesa dell’acciaieria Azovstal di Mariupol; si tratta del comandante Denis Prokopenko “Redis” e del suo vice Svyatoslav Palamar “Kalina”.
Intelligence GB smonta la mobilitazione di Putin: “ci vorranno mesi”
Quanto alla mobilitazione di 300mila riservisti annunciata da Putin, il report quotidiano dell’intelligence britannica solleva molte perplessità e alcuni dubbi concreti: una mossa che “metterà in difficoltà la Russia stessa da un punto di vista logistico e amministrativo, mentre è improbabile che questi nuovi effettivi possano essere operativi per mesi” spiegano da Londra.
Putin “sta accettando un considerevole rischio politico nella speranza di aumentare la capacità di combattimento, di cui ha molto bisogno“, spiegano dal Ministero della Difesa britannico, ipotizzando che “farà un tentativo di creare nuove formazioni composte per la maggioranza di queste truppe, che però difficilmente potranno diventare effettivi combattenti prima di mesi“.
Si tratta, aggiungono, anche di “un’ammissione che la Russia ha esaurito la sua scorta di volontari desiderosi di combattere in Ucraina“.
Mosca contro Biden all’Onu “indecente”
La portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova non nasconde lo sdegno per le parole di Biden pronunciate ieri al Palazzo di Vetro dell’Onu, parole “indecenti” con le quali il presidente Usa ha “citato in maniera assolutamente propagandistica” parole che “il presidente della Russia non ha mai detto” ma che Biden “dava per certe”.