
L’azienda napoletana offre servizi scientifici e tecnologici completi legati allo sviluppo e all’applicazione di tecniche di High Throughput Screening alla catalisi delle poliolefine
Nata da uno spin-off accademico nel gennaio 2013 fondata dal Prof. Vincenzo Busico e dalla Prof.ssa Roberta Cipullo dell’Università Federico II di Napoli, Xplore si è imposta velocemente nel mercato grazie alle competenze scientifiche e tecniche del team. A raccontarci come e in cosa consiste questa tecnica è il Ceo, Luca Rongo.
L’idea base di Xplore è stata applicare le tecniche HTS, utilizzate precedentemente in ambito farmaceutico e biologico, ad un settore apparentemente minore, ovvero quello dei processi produttivi delle materie plastiche.
Successivamente, l’azienda ha investito per dotare lo stabilimento di queste apparecchiature che permettono l’esecuzione di un elevato numero di esperimenti in sequenza in maniera automatizzata e riproducibile. Poco dopo, il mercato ha accolto positivamente l’intuizione e nel 2020 Xplore passa da spin-off a Srl.
L’azienda opera prevalentemente nel settore delle poliolefine, una categoria delle materie plastiche. Nel dettaglio, l’apparato sperimentale HTS si traduce in batterie di micro reattori all’interno dei quali vengono effettuati esperimenti convenzionali eseguiti in piccola scala, consentendo di realizzarne 96 al giorno anche grazie attraverso l’uso di dispositivi automatizzati. Il tutto non solo riduce l’utilizzo di sostanze chimiche, bensì permette di identificare in maniera rapida tutti quelli che sono i nuovi catalizzatori necessari alla produzione delle materie plastiche. In questo modo, Xplore aiuta e sostiene i clienti a sviluppare velocemente nuovi prodotti riducendo il “time to market”, ovvero l’introduzione di questi nel mercato.
Inizialmente il prodotto si rivolgeva sostanzialmente alle grosse multinazionali attive nel settore petrolchimico, ma nel corso del tempo l’azienda ha interagito con successo anche con le aziende più piccole, lavorando insieme su progetti di ricerca. Recentemente, Xplore ha allargato la propria platea di riferimento grazie all’aggiunta di un servizio esclusivo e unico che consiste nell’applicazione scientifica e commerciale delle tecniche HTS unite sapientemente alle competenze tecniche e tecnologiche del team. Al mondo, afferma il Dr. Rongo, sono presenti solamente una decina di questi macchinari e sono a proprietà esclusiva di grosse multinazionali che li impiegano per ricerca interna.
Rapidità, competenza ed esperienza: sono questi i punti di forza dell’azienda, che è in grado di offrire servizi all’avanguardia in un settore dove non ci sono offerte paragonabili essendo che, a differenza degli altri che offrono tecniche convenzionali, Xplore propone tecniche miniaturizzate, digitalizzate e automatizzate nel contesto della ricerca delle poliolefine.
Guardando al futuro, l’azienda è conscia delle sfide che il mercato propone e afferma quanto la plastica sia identificata erroneamente nel contesto pubblico. Infatti, il Dr. Rongo sottolinea che, in termini di efficienza produttiva, le poliolefine sono materiali estremamente efficienti e il consumo di risorse ambientali necessarie per produrle è ridotto rispetto al consumo di risorse naturali per produrre, ad esempio, oggetti o sostitutivi per altri materiali, come il cotone. Inoltre, in termini di emissioni di CO2, la produzione di queste è più bassa rispetto agli altri. L’aspetto negativo sul quale l’azienda opererà è la biodegradabilità e attualmente Xplore sta lavorando su materiali che possano rappresentare una miglioria in termini di caratteristiche e che, soprattutto, si traducano in una maggiore riciclabilità.
Il messaggio di Xplore è chiaro: la plastica non va demonizzata, bensì è necessario utilizzarla correttamente, perché può portare benefici non solo all’ambiente, ma anche alla società.