
Rachele Didero guida la rivoluzione della privacy a colpi di fashion
Al giorno d’oggi le tecnologie di riconoscimento facciale sono diffuse ovunque e i rischi per la privacy sono molteplici.
Spinta dalle riflessioni sul quotidiano nel 2019 Rachele Didero, mentre studia a New York al Fashion Institute of Technology, inizia a elaborare un connubio tra fashion design e il contrasto al riconoscimento facciale. Nasce così la startup di fashion tech Cap_able.
«L’idea si basa su quelli che si chiamano adversarial textiles – ha spiegato Didero. – Si tratta della trasposizione su tessuto di alcune immagini, che sono in grado di confondere gli algoritmi di riconoscimento facciale. In particolare noi ci basiamo su Yolo, che è il software di riconoscimento in tempo reale più veloce che esista – e considerato lo stato dell’arte dalla ricerca accademica corrente».
Non basta lavorare sulle immagini, è importante anche il tessuto scelto per arrivare al risultato finale. «Bisogna creare l’immagine in digitale. Arriva poi la programmazione della macchina di maglieria, che deve rispettare determinati criteri in modo che riesca a riprodurre il tessuto, che può essere anche composto da diversi filati» dichiara Didero.
Cap_able, con base a Milano, è stata fondata da Rachele Didero e Federica Busani, esperta di management e business development per startup. «Avendo viaggiato e avendo conosciuto molte realtà internazionali, abbiamo incontrato persone con più consapevolezza sul tema della privacy di quanto sia riscontrabile in Italia. Inizialmente il nostro interesse per il tema è stato quasi fortuito; poi siamo andate a scavare e abbiamo compreso a fondo i risvolti etici. Cap_able nasce anche con l’idea di aumentare la consapevolezza sul diritto alla privacy e sulle discriminazioni algoritmiche» ha spiegato Busani.