
In Daghestan imperversano manifestazioni e scontri con la polizia, mentre in Siberia un uomo ha sparato a un comandante per rifiutare la leva
In Russia non arretrano le proteste contro la mobilitazione parziale indetta da Putin per chiamare al fronte ucraino i suoi cittadini. In Daghestan, regione prevalentemente musulmana, sono in corso manifestazioni e scontri con le forze dell’ordine, come riportato dalla Bbc.
Secondo l’osservatore russo indipendente sui diritti umani OVD-Info, oltre 100 persone sarebbero state arrestate nel corso di proteste di piazza a Makhachkala.
Non solo proteste di piazza: secondo quanto riferito dal governatore della regione siberiana di Irkutsk Igor Kobzev, un uomo russo avrebbe sparato al comandante militare Alexander Yeliseyev ferendolo gravemente. L’aggressione sarebbe avvenuta in un centro di reclutamento nella città di Ust-Ilimsk, dopo che l’uomo si sarebbe rifiutato di combattere in Ucraina. Il commissario è in terapia mentre l’uomo è stato arrestato.
In diretta sulla Cbs ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito di aver detto “molto chiaramente ai russi sia pubblicamente che privatamente di smettere di parlare alla leggera di armi nucleari“, confermando dunque le comunicazioni “ad altissimo livello con il Cremlino” già riferite dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. «È molto importante che Mosca ci ascolti e sappia che le conseguenze sarebbero orribili» incalza Blinken.