
I timori di recessione globale accesi dalla stretta monetaria avviata dalle banche centrali restano al centro delle attenzioni dei mercati
Piazza Affari apre con il segno più. L’indice Ftse Mib guadagna lo 0,88% mentre l’All Share sale dello 0,86%. Bene anche Parigi, che guadagna lo 0,28% e Londra, che avanza dello 0,16%. Partenza ancora più decisa per Francoforte, che sale di oltre un punto percentuale: l’indice Dax raggiunge quota +1,05%.
I timori di recessione globale accesi dalla stretta monetaria avviata dalle banche centrali per contrastare l’avanzata dell’inflazione restano al centro delle attenzioni dei mercati. In Asia i listini procedono contrastati e i future europei lasciano presagire un avvio in rialzo.
Il petrolio, che ieri è scivolato ai minimi da 9 mesi, tenta un parziale rimbalzo, aiutato anche dalle parole del ministro iracheno, Ihsan Abdul Jabbar, che ha sottolineato come l’Opec+ stia monitorando attentamente l’evoluzione del mercato.
Sul mercato valuario l’euro, pur in rialzo si mantiene sui minimi da 22 anni contro il dollaro attorno a quota 0,9640. Risale anche la sterlina che ieri è precipitata al minimo storico di 1,0384 contro il biglietto verde, costringendo la Banca d’Inghilterra ad affermare di star monitorando da vicino la situazione. Il cambio tra la valuta britannica e quella statunitense si attesta appena sotto quota 1,08.
Ieri il mercato ha dimostrato di non vivere con preoccupazione la vittoria del centrodestra alle elezioni in Italia. Lo spread si è allargato a 242 punti e il tasso dei Btp è cresciuto fino a sfiorare il 3,5%. Ma la dinamica è stata determinata da fattori esogeni, con la presidente della Bce, Christine Lagarde, che è tornata a ribadire la necessità di muovere i tassi verso l’alto per riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% nel medio periodo. Dbrs e S&P hanno affermato di non attendersi cambiamenti drastici nel processo di riforme avviate dall’Italia e nella politica fiscale.
Partenza in leggero rialzo per il prezzo del gas ad Amsterdam. I future Ttf, punto di riferimento per il mercato del metano nel Vecchio Continente, avanzano dell’1,53% a 176,5 euro al megawattora. Partenza in crescita anche per il prezzo del petrolio all’avvio di giornata. Il Wti del Texas sale dell’1,2% a 77,6 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord avanza dell’1,2% a 85 dollari.
Sul listino milanese i titoli da tenere d’occhio sono Nexi, Tim, Eni, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco BPM, Tiscali, ACSM-AGM. Da segnalare che, da oggi, Exor viene quotata solo alla Borsa di Amsterdam.
Tra gli appuntamenti in calendario oggi c’è da segnalare l’intervento del presidente della Fed, Jerom Powell, alla Community briefing reasearch conference a Saint Louis. Mentre sul fronte dei dati macroeconomici, un quadro dello stato di salute dell’economia statunutense sarà fornito dal dato sugli ordini dei beni durevoli, dall’House price index, dai numeri sulle vendite di nuove case e soprattutto dall’indice della fiducia dei consumatori a settembre calcolato dal Conference Board.
Ma negli Stati Uniti i dati più attesi restano quello sull’andamento Pil del terzo trimestre in agenda giovedì e l’indice Pce Core, l’indicatore preferito dalla Fed per le proprie decisioni di politica monetaria, di venerdì. Nel caso in cui salisse oltre le attese potrebbe portare forti reazioni ribassiste sui mercati.
La Fed mercoledì scorso ha alzato per la terza volta consecutiva i tassi dello 0,75%, portandoli al 3-3,25%, il livello più alto dal 2008 e ha già chiarito che “ulteriori aumenti saranno appropriati”.