
Il conflitto sempre più aspro, dopo i danni a Nord Stream, l’inflazione alle stelle in Germania e il ribasso di Wall Street hanno trascinato giù i mercati
Una vera e propria tempesta perfetta sulle Borse europee, che solo nel finale sono riuscite a risollevarsi dai minimi di seduta. A schiacciare gli indici sono stati i timori di un’escalation geopolitica, più concreti dopo i danni al gasdotto Nord Stream e con Putin che si prepara ad annettere domani il territorio ucraino del Donbass, le prospettive di rallentamento dell’economia, il balzo dell’inflazione tedesca e il ribasso di Wall Street.
Milano, maglia nera con un -2,4% dopo essere arrivata a -3,1%, ha comunque terminato ai minimi da novembre 2020 e si avvia ad archiviare il mese, domani, con un ribasso di oltre 6 punti, che porta il passivo da inizio anno al 26% circa. Non è andata molto meglio alle altre principali piazze: Parigi -1,53%, Francoforte -1,71%, Londra -1,77%, Madrid -1,98% e Amsterdam -1,18%.
Non hanno aiutato i dati americani su Pil e lavoro: la prospettiva di un’economia non in caduta libera, pur se entrata in recessione “tecnica” visti i due trimestri di fila di contrazione, rafforza la convinzione che la Federal Reserve possa avere mano libera per una strategia ancora più aggressiva.
Sul valutario, l’euro vale 0,978 dollari (0,9714 in avvio e ieri 0,963) e 141,379 yen (140,5 yen, da 139,2), mentre il rapporto dollaro/yen è a 144,516 (da 144,45). La sterlina, dopo l’intervento della Bank of England sul mercato, vale 1,105 dollari (1,074 ieri, dopo aver toccato 1,0539, nuovo minimo da 20 anni).
Il petrolio, dopo vari cambi di fronte, è in rialzo: il wti, contratto di novembre, guadagna lo 0,33% a 82,42 dollari al barile e il Brent di pari scadenza sale dello 0,17% a 89,47 dollari. Nel finale scivola del 9,5%, portandosi a 187,5 euro al megawattora, il valore del gas, dopo il balzo della vigilia sopra i 200 punti con le notizie su Nord Stream. In rialzo lo spread, che ha chiuso a 246 punti, dai 243 della vigilia
A Piazza Affari quasi tutto il Ftse Mib ha finito in calo: si sono salvate Leonardo (+0,95%), reduce dal -6% di ieri, ed Eni (+0,15%) e hanno retto i titoli difensivi, come le utility, mentre sul resto del listino i ribassi sono arrivati anche a oltre 5 punti. Tra le peggiori St (-5,4%), con i tech Usa, e le auto (Stellantis -4,77%, Pirelli -4,44%).
Il comparto europeo delle quattro ruote, già penalizzato dal rischio recessione, ha scontato la maxi Ipo di Porsche a Francoforte, con i grandi fondi che hanno venduto per fare spazio in portafoglio al brand tedesco.