
Greenpeace calcola il danno ambientale della fuga di metano pari alle emissioni annuali di 20 milioni di automobili nell’Ue
Secondo quanto riporta il Guardian i danni al gasdotto Nord Stream 1 e 2 sono stati causati da delle bombe posizionate da dei robot. «A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2, a circa 80 metri di profondità nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all’interno della struttura durante i lavori di riparazione – scrive il quotidiano britannico. – Se questa teoria dovesse rivelarsi correttala natura sofisticata dell’attacco e la potenza dell’esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia».
Anche in Germania la stampa è convinta che il gasdotto sia stato colpito in quattro punti da esplosioni con 500 chili di tritolo, gli investigatori tedeschi avrebbero effettuato letture sismiche per confermare la tesi e calcolare la potenze delle esplosioni. Dalla stampa svedese si annuncia che “la quarta fuga di gas è stata rilevata nel mar Baltico, e si trova tra le due sul Nord stream 1 ma ha origine dal Nord stream 2”. Secondo il sismologo Björn Lund “non si esclude che nella zona sia avvenuta un’altra detonazione”.
Il portavoce di Gazprom, Sergey Kupriyanov, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha affermato che “secondo le stime attuali, le tre condutture dei gasdotti contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas. Per intendersi, è la quantità di metano che la Danimarca utilizza in tre mesi. Ora – ha proseguito Kupriyanov – abbiamo iniziato a cercare possibili soluzioni per ripristinare il sistema Nord Stream. Al momento non è possibile stimare i tempi di ripristino del sistema“.
Greenpeace ha diffuso su Twitter una prima stima dei danni ambientali dovuto alle perdite nel gasdotto: «il potenziale impatto climatico della fuoriuscita di metano da Nord stream 1+2 potrebbe essere di 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalente in un periodo di 20 anni. Pari alle emissioni annuali di 20 milioni di automobili nell’Ue».