
I mercati aprono contrastati la prima settimana di ottobre, dopo un settembre difficile in cui lo S&P e il Dow Jones hanno chiuso il loro mese peggiore dall’inizio della pandemia
Avvio di settimana in ribasso per Piazza Affari. A Milano, in apertura di contrattazioni, il Ftse Mib cede lo 0,89% a 20.485,00 punti.A Francoforte il Dax, in avvio di contrattazioni, perde l’1,31%. Male anche Parigi che vede il Cac 40 cedere l’1,03%. In ribasso Londra con il Ftse 100 che lascia sul terreno lo 0,79%.
I mercati aprono contrastati la prima settimana di ottobre, dopo un settembre difficile in cui lo S&P e il Dow Jones hanno chiuso il loro mese peggiore dal marzo 2020, ovvero dall’inizio della pandemia.
Le Borse asiatiche e i future a Wall Street aprono l’ottava misti, mentre il prezzo del petrolio avanza di oltre il 2%, pur restando sotto i 90 dollari al barile, in attesa della riunione Opec+ di questo mercoledì. Delle recenti indiscrezioni all’interno dell’organizzazione dei Paesi produttori di greggio emergono pressioni perché si decida un possibile taglio tra 500.000 e un milione di barili al giorno, al fine di sostenere le quotazioni del greggio.
L’attenzione, questa settimana, sarà prevalentemente rivolta sugli importanti dati macro in arrivo dagli Usa, a partire, lunedì, dall’indice Ism manifatturiero e, mercoledì, da quello dei servizi. Il piatto forte sarà invece, venerdì, quello dei dati sul mercato del lavoro Usa di settembre. Il rapporto mensile sulle paghe degli americani dovrebbe mostrare un altro mese di robusta creazione di posti di lavoro e un tasso di disoccupazione vicino ai minimi da 50 anni a questa parte.
Su questo fronte sono attese buone indicazioni che rafforzerebbero lo scenario, sgradito ai mercati, di un ulteriore rialzo di 75 punti base da parte della Fed nella prossima riunione di inizio novembre. Al momento il mercato monetario prezza con circa il 90% questa eventualità.
Di qua dell’oceano, in Germania, c’è attesa per la pubblicazione, giovedì, dei dati sugli ordinativi di fabbrica e venerdì per quelli sulla produzione industriale, che serviranno a valutare gli impatti della crisi energetica sul settore industriale tedesco, alla luce della debolezza evidenziata dall’indice Ifo negli ultimi mesi.
In Europa sui tassi i mercati prevedono che la Bce dovrebbe rialzarli al 2,85-3% per la seconda metà del 2023, mentre sui tassi Usa la nuvola dei docs della Fed prezza un 4,5-4,75% per il 2023 e i mercati prezzano i rialzi intorno al 4,50%.
Oggi il biglietto verde perde leggermente terreno sull’euro e la sterlina, rispettivamente sotto la parità e sopra quota 1,1, mentre avanza sullo yen quasi a quota 145.
Lo spread tra Btp e Bund apre in lieve rialzo. Il differenziale segna 240,5 punti, un punto più rispetto alla chiusura di venerdì. Il rendimento del decennale italiano è abbastanza stabile al 4,5 per cento.
Il prezzo del greggio in Asia avanza intorno al 2,7%, con il Wti e il Brent rispettivamente sopra 81 e 87 dollari al barile. Il gas, invece, apre la settimana in calo. Nei primi scambi il Ttf ad Amsterdam, benchmark di riferimento, segna un -3% a 183 euro al megawattora mentre gli operatori continuano a guardare al Nord Stream e all’incidente della scorsa settimana.
Infine, sul listino milanese, da tenere d’occhio Eni, che ha detto che oggi non riceverà il gas richiesto al fornitore russo Gazprom e che prevede che questa situazione rimanga invariata fino alla giornata di domani, e Mps, con la compagnia di assicurazioni francese Axa che sta considerando un investimento di almeno 100 milioni di euro nell’aumento di capitale di Mps senza che l’operazione porti a dei cambiamenti nella propria joint venture con la banca toscana, riferiscono due fonti vicine alla questione.
Attenzione anche su Generali, che ha valutato diversi dossier negli Stati Uniti per un potenziale deal nell’asset management e Guggenheim potrebbe essere tra i possibili target, dice una fonte, secondo cui per finanziare operazioni di peso il gruppo assicurativo potrebbe aver bisogno di cedere asset core, tra cui Banca Generali.Le indiscrezioni lanciate per prima da Bloomberg secondo cui, nell’ambito di un eventuale M&A, Generali potrebbe cedere la controllata a Mediobanca ha fatto schizzare i titoli in borsa, con Banca Generali che ha chiuso a +19,2% e Mediobanca a +5,89%. In linea con il mercato invece Generali (+1,26%).
Infine Enel, con il presidente russo Vladimir Putin che ha emanato un decreto che la autorizza a vendere una quota di controllo della sua controllata russa a Lukoil e al fondo di investimento Gazprombank-Frezia.