
A pesare il dato Usa sull’occupazione nel settore privato, aumentata a settembre molto più delle attese, e la decisione dell’Opec+ di tagliare due milioni di barili
Piazza Affari conclude la seduta del mercoledì in deciso calo, con il Ftse Mib che cede l’1,52% a 21.360,72 punti dopo essere scivolato fino a quota 21.177,04 punti. Francoforte ha ceduto l’1,2%, Parigi lo 0,9%.
A pesare il dato Usa sull’occupazione nel settore privato, aumentata a settembre molto più delle attese, nonostante l’aumento dei tassi di interesse, e la decisione dell’Opec+, l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio che comprende anche la Russia, di un maxi-taglio alla produzione di 2 milioni di barili al giorno, il più grande dall’inizio della pandemia. Una mossa vista contro gli Stati Uniti e gli altri Paesi occidentali alle prese con la crisi energetica e il rischio di recessione.
L’euro ha chiuso in calo, dopo aver fallito l’aggancio alla parità contro il dollaro. La divisa unica europea, che ha toccato un picco a quota 0,9995, ha terminato la sessione in zona 0,9850. Giù a 142,65 anche il cambio contro lo yen. A favorire il rimbalzo del biglietto verde è stato proprio il dato sugli occupati nel settore privato statunitense a settembre.
Debole la sterlina che si è posizionata in zona 1,1240: la valuta britannica ha pagato il giudizio negativo espresso dai mercati sul discorso tenuto dalla premier Liz Truss al congresso dei conservatori a Birmingham.
Chiusura in netto rialzo per lo spread tra BTp e Bund in un contesto di generale aumento dei rendimenti dei bond euro che hanno sofferto delle indicazioni negative sull’andamento dell’economia europea.
A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 242 punti base, in netto rialzo rispetto ai 232 punti base della chiusura di ieri. Si segnala in forte rialzo anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 4,44% dal 4,20% dell’ultimo riferimento.
Quotazioni in deciso rialzo per i futures del gas Ttf all’hub di Amsterdam, che guadagnano il 7,5% rispetto alla chiusura di ieri e sono scambiati a 174 euro al megawattora.
Quotazioni in rialzo per i contratti petroliferi dopo la decisione da parte dei paesi membri dell’Opec+ di tagliare la produzione di 2 milioni di barili al giorno. I futures del West Texas Intermediate guadagnano l’1,51% a 87,83 dollari al barile, mentre il Brent avanza dell’1,64% a 93,30 dollari al barile.
A Piazza Affari, svetta Saipem, in testa al listino con un +8%. Il comparto oil è però tutto in rialzo, con Eni in progresso dell’1,5% e Tenaris dello 0,4%, dopo la decisione dell’Opec+, il massimo dall’inizio della pandemia. L’entità del taglio è il doppio di quella attesa dal mercato fino a ieri, quando sono cominciate a circolare le indiscrezioni su una riduzione più ampia del previsto. Lo strappo di Saipem è legato soprattutto alle ricoperture, visti i forti cali del titolo con l’aumento di capitale del luglio scorso.