
Gobbi, direttore della sede di Milano di Banca d’Italia, è intervenuto all’evento in collaborazione tra Bankitalia e Confcommercio
«La crescita per l’anno in corso non sarà molto diversa da quello che avevamo previsto. Quello che cambia è cosa succederà nei prossimi due anni: entreremo più deboli nel 2023, non necessariamente in recessione ma con una crescita molto più moderata, per avere poi una ripresa nel 2024».
Così Giorgio Gobbi, direttore della sede di Milano di Banca d’Italia (nella foto), intervenendo all’evento in collaborazione tra Bankitalia e Confcommercio sullo stato di salute dell’economia (lombarda e nazionale).
La Banca d’Italia, ricorda Gobbi, a luglio scorso nel suo bollettino prevedeva una crescita italiana del 3,2% per quest’anno e «nel 2023 sarebbe diminuita per poi accelerare nel 2024». Il problema è che, tra scenario geopolitico e corsa dell’inflazione, «fare previsioni in questo periodo assomiglia più all’arte, si avvicina alla divinazione».
Rispetto a luglio, quindi, «è cambiato che i risultati del secondo trimestre sono stati molto più positivi di quello che veniva incorporato nelle previsioni, circa mezzo punto in più di crescita congiunturale e questo è il dato positivo. Quello negativo sono invece i prezzi dell’energia e del gas».
Tirando le somme sul 2022, «questa due forze ci aspettiamo che si bilancino» ma il problema, ribadisce, sono le prospettive sul biennio successivo, anche perché «a luglio avevamo uno scenario di graduale rientro dell’inflazione a partire dal 2023, ma con i nuovi livelli dei prezzi del gas e delle materie prime il rientro dell’inflazione sarà necessariamente più lento».