
I dati positivi sull’occupazione negli Stati Uniti potrebbero indurre la Fed, molto probabilmente, a mantenere una politica al rialzo
Chiusura in territorio negativo per la Borsa di Milano. L’indice Ftse Mib chiude a -1,13% la seduta odierna di contrattazioni, a 20.901,56 punti base. Male anche le colleghe europee: Parigi -1,15%, Francoforte -1,56%, Londra attorno alla parità, Madrid -0,83% e Amsterdam -2,16%
È durato poco il tentativo di rimbalzo delle Borse europee che, partite in ribasso e poi passate brevemente in territorio positivo, hanno perso tono, chiudendo in calo.
A orientare il mercato, compreso quello americano dove Wall Street è in netto ribasso, è stato il dato sul lavoro Usa: sebbene siano stati creati 263.000 posti di lavoro, contro attese per 275.000, l’aumento dei salari e il calo del tasso di disoccupazione (3,5%, contro stime per un dato invariato al 3,7%), fanno pensare a un mercato del lavoro resiliente, nonostante un modesto raffreddamento.
Questo potrebbe indurre la Federal Reserve a proseguire con una politica monetaria aggressiva: secondo gli analisti c’è una possibilità del 67% che alla prossima riunione la Banca centrale americana alzi i tassi di altri 75 punti base.
Per quanto riguarda i titoli, sul Ftse Mib buon rialzo per Leonardo (+3,11%) e per i petroliferi (Eni +0,94%, Tenaris +1,32%). Questi ultimi sono sostenuti dal balzo del greggio, con il Brent dicembre che sale del 2,8% a 97,17 dollari al barile e il Wti novembre del 3,79% a 91,8 dollari al barile. In coda Inwit (-3,04%), nel giorno del Cda che ha formalizzato le nomine del presidente e del direttore generale, e soprattutto StMicroelectronics (-5,26%), penalizzata dal tonfo dei tecnologici a Wall Street e dal taglio delle stime sui ricavi dell’americana Amd.
Sul valutario, la possibilità che la Fed possa essere ancora più aggressiva ha innescato un immediato apprezzamento del dollaro: l’euro torna dunque a perdere quota e, dopo avere riagganciato quota 0,98 dollari, passa di mano a 0,9757 dollari. Il gas nel finale è in discesa dell’11,5% a 155,45 euro al megawattora. Infine, lo spread ha chiuso in rialzo a 250 punti, contro i 242 punti dell’apertura e i 243 della vigilia. Il rendimento decennale ha segnato un’ultima posizione al 4,69% dal 4,51% dell’ultimo riferimento della vigilia.