
Le aziende coinvolte maggiormente dal caro energia coinvolgono oltre il 20% degli addetti totali
Tra il 2019 e il 2022 i prezzi della produzione di gas e di distribuzione di combustibili gassosi è aumentata in media del 182,5%.Il dato è contenuto in una tabella Istat nella Nota sull’andamento dell’Economia italiana a settembre sulle difficoltà per le imprese energivore e il rischio che per una parte di queste i margini diventino negativi.
Per la produzione, trasmissione e distribuzione di elettricità i prezzi sono cresciuti nel periodo del 131,5%. Per il gas naturale liquefatto e gassoso l’Istat riporta il dato World Bank secondo il quale i prezzi sono aumentati del 775,9%. Per la benzina (dato Mise) l’aumento è del 20,0% mentre per il gasolio da riscaldamento (dato Mise) l’incremento è del 36,0%.
Una simulazione realizzata utilizzando i microdati del sistema produttivo italiano del 2019 mostra che l’aumento dei costi dell’energia potrebbe, con effetti differenziati nei settori, rendere negativi i margini operativi dell’8,2% delle imprese attive che impiega circa il 20% degli addetti, spiega l’Istat.
I rincari dei prezzi energetici,registrati già a partire dal 2021 a seguito della ripresa ciclica post pandemica e accentuatisi notevolmente in seguito all’invasione dell’Ucraina del 2022, si legge, costituiscono un elemento di forte rischio per l’operatività delle imprese italiane.