
I mercati sono in calo in attesa dei dati di settembre sull’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì, e per i timori sul carovita e sulla recessione. E sull’escalation in Ucraina
Appare negativa Piazza Affari in apertura di seduta. L’indice Ftse Mib segna un calo dello 0,95% a 20.713 punti. Avvio in territorio negativo anche per le principali piazze europee. A Londra il Ftse100 perde lo 0,58%, a Parigi il Cac40 lo 0,76%, a Francoforte il Dax30 lo 0,64%. Male anche Amsterdam (-0,56%) e Madrid (0,89%).
I mercati sono in calo in attesa dei dati di settembre sull’inflazione statunitense, che verranno diffusi giovedì, e per i timori sul carovita e sulla recessione. Sull’azionario pesano anche le accresciute tensioni in Ucraina, dove Vladimir Putin ha scatenato la più forte offensiva dall’inizio dell’invasione, come rappresaglia per l’esplosione al ponte di Kerch, che collega la Russia alla penisola della Crimea.
Deboli i future a Wall Street, che ieri ha chiuso in calo la prima seduta della settimana, in vista dell’inizio della stagione delle trimestrali e affossata dai titoli tech e dal crollo dei produttori di chip che hanno subito l’impatto delle misure prese da Washington per ostacolare l’industria cinese dei semiconduttori.
L’euro apre in lieve calo sotto la parità con il dollaro e si avvicina ai minimi di 20 anni toccati il 26 settembre. I forti dati sul lavoro negli Stati Uniti e l’aspettativa che l’inflazione rimarrà ostinatamente elevata, hanno fatto crollare le scommesse su tassi d’interesse non troppo alti fino al 2023 e stanno riportando il biglietto verde verso i massimi del decennio. La moneta unica è scambiata 0,9682 dollari e a 141,17 yen. Dollaro/yen a 145,82. Debole la sterlina che ieri e’ scesa ai minimi da 10 giorni. La divisa britannica passa di mano a 1,1030 dollari. euro/sterlina a 0,8777
Apre in calo il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam. I contratti futures sul mese di novembre cedono il 2,02% a 151 euro al MWh. Avvio di giornata in lieve calo anche per le quotazioni del petrolio: il greggio Wti cede lo 0,41% rispetto alle quotazioni di ieri sera a New York, a 90,76 dollari al barile. Il Brent perde lo 0,32% a 95,88 dollari al barile.
Oggi G7 straordinario, dopo la pioggia di missili a Kiev. Biden interverrà all’incontro in collegamento dalla Roosevelt Room. All’inizio della riunione (alle 8, ora di Washington, le 14 in Italia) ci sarà anche Zelensky in videoconferenza.
Oggi e domani c’è anche attesa per la riunione dei ministri dell’Energia Ue dalla quale potrebbero uscire delle proposte interessanti, in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 ottobre, dopo che la Germania avrebbe aperto all’emissione di un debito comune dell’Ue per finanziare aiuti a sostegno delle economie più colpite dalla crisi energetica. Lo riferisce Bloomberg citando fonti vicine al governo di Berlino ma altre fonti citate da Reuters smentiscono.
Sempre oggi sarà poi interessante osservare come il Fmi vede il rischio recessione nel suo outlook annuale. L’istituto ha tagliato le sue previsioni di crescita globale per quest’anno e il prossimo, avvertendo che nel 2023 circa un terzo delle economie mondiali saranno in recessione.
Sempre oggi saranno da tener d’occhio diversi banchieri centrali, in particolare il numero della Boe, Andrew Bailey, che parlerà a Washington, il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester e il capo economista della Bce, Philip Lane.
Questa settimana il dato clou sarà quello sull’inflazione Usa. La previsione degli analisti è quella di un rallentamento dal sorprendente +8,3% annuo di agosto all’8,1%. I riflettori, in particolare, saranno puntati sul dato core atteso invece in accelerazione, dal 6,3% al 6,5%. Se così fosse i dati darebbero maggiore forza alla Fed per un ulteriore rialzo di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre.
Domani sarà importante monitorare i verbali relativi all’ultima riunione di settembre della Fed per vedere se qualche crepa si e’ iniziata a formare nelle granitiche convinzioni a favore del restringimento della politica monetaria.
E venerdì riprenderà la stagione delle trimestrali che vedrà i colossi bancari JPMorgan, Wells Fargo e Citigroup, pubblicare i loro risultati. Occhi puntati su margini, fatturati e su quanto sta impattando sui bilanci il dollaro forte.