L’Istat presenta l’aggiornamento e l’analisi delle misure statistiche finalizzate al monitoraggio dell’Agenda 2030. Vaccini sotto la media Oms
Un Paese che sta progredendo nell’uso delle tecnologie ma che resta indietro sui vaccini e sull’istruzione E che è ancora spaccato tra Nord e Sud: anzi, di più.
È quanto emerge dall’aggiornamento Istat sulla situazione del percorso italiano previsto dall’Agenda 2030. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
L’analisi dell’evoluzione temporale delle misure statistiche Istat-Sdgs è stata condotta confrontando i dati dell’ultimo anno disponibile (prevalentemente il 2020 o il 2021) con quelli riferiti all’anno precedente o a 10 anni prima.
L’analisi di breve periodo mostra un quadro complessivamente positivo: il 50% delle misure è in miglioramento, il 23% stazionario e il 27% segnala un peggioramento. La percentuale di misure con variazione positiva – spiega Istat in una nota – è significativamente elevata per il Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), trainata dagli indicatori che riguardano l’uso dell’Ict, in forte incremento durante la fase pandemica, e per il Goal 12 (Consumo e produzione responsabili), caratterizzato dagli avanzamenti nella gestione dei rifiuti.
Nei Goal 6 (Acqua) e 9 (Infrastrutture) si registra invece il numero più alto di indicatori in peggioramento. Rispetto ai 10 anni precedenti, la comparazione è più favorevole: il 59,9% delle misure è infatti in miglioramento, mentre il 16,7% resta stazionario e il 23,4% segnala un peggioramento.
La percentuale di misure con variazione positiva è elevata per i Goal 17, 12, 7 (Energia pulita), 5 (Parità di genere), 9 e 2 (Fame zero), mentre nei Goal 11 (Città e comunità sostenibili), 13 (Cambiamento climatico), 4 (Istruzione) e 1 (Povertà) si registra il livello più elevato di misure in peggioramento.
Nel dettaglio, nell’anno scolastico 2021/2022, la quota di ragazzi della V classe della scuola secondaria di secondo grado che non hanno raggiunto un livello di competenza alfabetica sufficiente è stata del 48,5%, stabile rispetto all’anno precedente (48,2%) ma ancora molto distante dai risultati pre-pandemia (35,7% nell’anno scolastico 2018/2019).
Anche la competenza matematica inadeguata è elevata, 49,9% in media in Italia, sui livelli dell’anno scolastico precedente (50,3%) ma lontana dai livelli raggiunti nell’anno scolastico precedente alla pandemia (39,3% nel 2018/2019). Le differenze territoriali e di cittadinanza rimangono ampie. Nel 2021, in Italia la quota di popolazione dai 30 ai 34 anni che ha completato l’istruzione terziaria è pari al 26,8% in riduzione rispetto all’anno precedente (27,8%). La quota di popolazione è più bassa al Mezzogiorno (20,7%) e tra gli uomini (25%).
Nel corso del 2021, il 9,9% degli individui di 25 e 64 anni hanno svolto almeno una attività formativa nelle ultime 4 settimane (erano stati il 7,1% nel 2020 e l’8,1% nel 2019), recuperando ampiamente la perdita avvenuta nel 2020, a causa delle azioni di contrasto alla diffusione del COVID-19. La partecipazione aumenta in tutte le regioni.
Un altro dato che emerge, è che in Italia il perdurare della emergenza sanitaria ha portato i cittadini a rinunciare a molte prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno: sono l’11% coloro che hanno desistito per problemi economici o per difficoltà di accesso al servizio e per gli effetti della pandemia (erano il 9,6% nel 2020 e il 6,3% nel 2019).
In particolare, tra le prestazioni sanitarie andate perse nel 2020 ci sono le vaccinazioni pediatriche. Nel 2020, per i bambini nati nel 2018, la copertura vaccinale a 24 mesi per la poliomielite, il morbillo e la rosolia raggiunge rispettivamente il 94%, il 92,7% e il 92,2% (-1, -1,8 e -2 punti percentuali sul 2019) sotto il target del 95% raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le nuove informazioni rese disponibili per misurare la convergenza tra Mezzogiorno e Centro-Nord indicano che, nel corso degli ultimi 10 anni, circa la metà delle 164 misure Istat-Sdgs analizzate si caratterizza per una riduzione delle distanze tra le regioni (78 misure, pari al 47,6%); 32 (pari al 19,5%) invece sono stabili e 54 (32,9%) sono associate a un ampliamento della divergenza regionale.
Le Regioni e Province Autonome in Italia che hanno conseguito la best performance negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono la Valle d’Aosta, Trento e Bolzano. Nel complesso, quasi i due terzi delle best performance vengono conseguite al Nord; oltre il 50% è stato raggiunto nel corso degli ultimi cinque anni.
Le regioni del Nord risultano più vicine alla best performance. Le regioni più distanti dalla situazione più favorevole sono prevalentemente meridionali. I Goal per i quali le regioni mostrano un andamento omogeneo rispetto alla best performance sono il 3 (Salute), l’11 (Città sostenibili) e il 12 (Consumo e produzione responsabili). Il Goal 17 (Partnership per gli obiettivi), il Goal 10 (Ridurre le disuguaglianze) e il Goal 8 (Lavoro e crescita economica) sono invece quelli dove i differenziali tra regioni sono più ampi.