
Oltre ai dati macroeconomici, che potrebbero rinforzare l’ipotesi di un ulteriore aumento di tassi, mercati preoccupati anche dalla nuova ondata di covid e dall’escalation in Ucraina
Le principali Borse europee aprono la seduta in calo. Nei primi minuti di scambi Piazza Affari cede lo 0,43% a 20.378 punti, Francoforte segna -0,36%, Londra scambia a -0,23% e Parigi a -0,40%. Sulla piazza asiatica, a Tokyo il Nikkei 225 chiude le contrattazioni lasciando sul terreno lo 0,60% a 26.237 punti.
I mercati sono deboli, instabili e contrastati in attesa dei dati odierni sull’inflazione Usa a settembre, che rischiano di rendere ancora più aggressiva una Fed che ieri nelle sue minute ha ribadito i toni da “falco”, mentre i prezzi alla produzione a stelle e strisce sono saliti più del previsto a settembre.
Oggi in Asia i listini sono ancora in calo e i future a Wall Street sono in lieve aumento, dopo che ieri lo S&P ha registrato la sua sesta contrazione consecutiva, chiudendo al livello più basso dal novembre 2020.
Intanto crescono le tensioni sull’obbligazionario, specie nel Regno Unito, dove i rendimenti dei titoli di Stato a 30 anni sono volati oltre il 5%, dopo che la Boe ha insistito a voler interrompere questo venerdì il suo programma di acquisti d’emergenza, innervosendo i mercati, già messi a dura prova dal mini budget del governo Truss.
Come se non bastasse il Covid rialza la testa in Cina, dove i lockdown non sono mai stati ritirati dopo l’arrivo della seconda ondata e ora anche in Europa, come emerge da una preoccupata dichiarazione congiunta Ue-Oms-Ecdc, nella quale si invita a “vaccinarsi per evitare nuove ondate di contagi”.
Intanto dal fronte di guerra arrivano messaggi contrastanti, con i russi all’offensiva in Ucraina e Mosca che non esclude un possibile incontro tra Putin e Biden al G20 in Indonesia, mentre lo stesso Putin si vede con Erdogan e progetta di trasferire i flussi del Nord Strem 2 dal Baltico alla Turchia, lasciando trapelare la possibilità di rifornire di gas l’Europa, a patto che ammorbidisca i toni sulle sanzioni.
Intanto i ministri dell’Energia dell’Unione europea frenano sul price cap e hanno concordato in linea di massima sul fatto che i Paesi dovrebbero iniziare ad acquistare congiuntamente il gas prima della prossima estate e sulla necessità di un prezzo di riferimento alternativo per il gas.
Lo Spread tra Btp e Bund apre in rialzo a 245 punti rispetto ai 241 della vigilia. Il rendimento del decennale italiano è al 4,77%.
Euro poco mosso sui mercati valutari: la moneta unica europea passa di mano a 0,9705 dollari con un aumento dello 0,03% e a 142,50 yen con un calo dello 0,04%.
Prezzo del petrolio poco mosso questa mattina sui mercati delle materie prime: il barile di Wti con consegna a novembre passa di mano a 87,13 dollari al barile con un calo dello 0,15%. Il Brent con consegna a dicembre è scambiato a 92,47 dollari sui livelli della chiusura di ieri
Sul fronte macro, pubblicati i dati dell’inflazione in Germania (confermato il dato monstre del 10%) e si resta in attesa del dato chiave americano.
Oggi I ministri finanziari del G20 si riuniscono a Washington, in Italia il nuovo Parlamento si riunisce per la prima volta ed è atteso il rapporto sul petrolio all’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia.