
È quanto si legge nella congiuntura di ottobre di Confcommercio. Mentre crescono i servizi (+2,7%), il consumo di beni scivola di 4 punti
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di ottobre 2022 una variazione dell’1,5% in termini congiunturali e del 9,8% su base annua.
È quanto si legge nella congiuntura di ottobre di Confcommercio, secondo cui la tendenza all’incremento dell’inflazione non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo e che vede il 10% di inflazione annua a ottobre.
La netta accelerazione dell’inflazione – si legge ancora -, pur derivando in larga misura dai consistenti incrementi dei prezzi dell’energia, riflette il diffondersi della tendenza all’aumento anche ad altri comparti, in primo luogo l’alimentare. Allo stato attuale diventa sempre più complicato ipotizzare un possibile punto di svolta delle tendenze in atto, che presumibilmente potrà avvenire non prima della tarda primavera del 2023. Elemento che consolida le preoccupazioni sull’evoluzione della domanda e acuisce la potenziale riduzione del PIL.
Secondo le stime dell’ultima congiuntura di Confcommercio, a ottobre il PIL dovrebbe registrare una riduzione dell’1,0% congiunturale, dopo il -0,5% stimato per il terzo trimestre del 2022. Nel confronto annuo la variazione, nel mese in corso, si dovrebbe attestare allo 0,4%, in forte ridimensionamento rispetto ai mesi precedenti.
Ad agosto 2022 la produzione industriale ha registrato, dopo i deludenti risultati dei mesi precedenti, una crescita del 2,3% in termini congiunturali. Il confronto su base annua segnala un incremento del 2,6%, dato che va letto con una certa cautela in considerazione della tradizionale erraticità del mese. Sempre ad agosto il numero di occupati ha registrato un calo dello 0,3% su luglio. Nel confronto con lo stesso mese del 2021 la variazione si mantiene positiva (+1,8%)”, si legge inoltre.
A settembre 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) conferma la tendenza al rallentamento, con una riduzione su base annua del 2,0%. È quanto rileva l’ultima congiuntura di Confcommercio.
Il calo registrato dall’indicatore nel confronto con lo stesso mese del 2021 è sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+2,7%) e di una riduzione di quella relativa ai beni (-4,0%). La tendenza al ridimensionamento della domanda è sostanzialmente diffusa tra i beni e comincia ad interessare anche alcuni segmenti dei servizi, si legge.
La minor dinamicità della domanda, calcolata nella metrica dell’ICC, ha portato nel complesso del terzo trimestre ad una variazione nulla rispetto allo stesso periodo del 2021, dato che allontana il ritorno sui valori pre-pandemici. Nel confronto con i primi nove mesi del 2019 l’ICC risulta ancora inferiore del 5,0%. Per i servizi il calo si attesta all’11,7%, spiega Confcommercio.