
La creatura di Zuckerberg potrà controllare i nostri acquisti attraverso l’eyetracking
Nuova pioggia di critiche sul Metaverso, la creatura di Zuckerberg da alcuni considerata una nuova frontiera sia sociale che economica, da altri una pericolosa distopia. Questa volta a lanciare l’allarme è Gizmodo, sito specialistico . Gizmodo ha infatti segnalato un aggiornamento della privacy operato da Meta sulla propria informativa, dai contorni potenzialmente inquietanti: nel testo è infatti proposta agli utenti una “Informativa sulla privacy per il monitoraggio degli occhi”. Chi dunque indosserà gli occhiali o visori per la realtà virtuale potrebbe essere sottoposto a eye-tracking, vale a dire Meta userà i movimenti degli occhi per “personalizzare le tue esperienze e migliorare Meta Quest”. Se e come questo passaggio potrebbe diventare obbligatorio per poter accedere alla piattaforma, e che uso Metaverso potrebbe fare dei dati raccolti, restano questioni in chiaro scuro.
Non è un caso però che l’aggiornamento della policy segua di qualche giorno la presentazione di Meta Quest Pro, il visore di realtà mista che la società di Palo Alto vorrebbe mettere a disposizione in ambienti di lavoro del Metaverso. Nell’aggiornamento della privacy non ci sono riferimenti specifici al fatto che Meta utilizzerà le informazioni per fornire annunci ai propri utenti; è pur vero tuttavia che la dicitura “personalizzazione delle tue esperienze” è spesso un gergo utilizzato per fare riferimento ad annunci mirati. In un’intervista al Financial Time il vice presidente della Global Affairs and Communications, Nick Clegg, ha dichiarato che l’eye-tracking potrebbe essere utilizzato “per capire se le persone interagiscono con una pubblicità o meno”. E in futuro potrebbe fare molto di più: monitorare occhi e viso per fornire all’azienda una visione senza precedenti delle emozioni dei propri impiegati. Una sperimentazione sul tracciamento di tutto il corpo che Meta sta sviluppando da anni, in modo che gli avatar possano imitare tutti i movimenti in modo più accurato. Se e come questo uso dei dati verrà moderato, è ancora una storia da scrivere.