
Ogni cinque secondi una coppia in Italia scoppia. E fa i conti coi costi del divorzio
Il matrimonio, almeno nelle favole, è “vissero per sempre felici e contenti”; nella vita reale però, spesso si sceglie di lasciare andare. Un trend in continua crescita, tanto che le separazioni, tra il 2010 ed il 2019, sono cresciute dell’11%. Questo è uno dei dati dell’indagine di Moneyfarm in collaborazione con Smileconomy, società indipendente di consulenza in educazione finanziaria. Certo, non sempre chi si separa si lascia, ma quando succede è meglio essere preparati a conseguenze pesanti per la psiche…ma anche per il portafoglio.
Tra il 2010 e 2019, facendo una media, ogni cinque secondi una coppia si è separata. In cifre, ogni giorno vengono presentate 267 richieste di separazione, una ogni cinque secondi. Certo, anche il numero di matrimoni rimane molto alto (504 richieste al giorno) ma le separazioni sono in aumento, da 88.191 del 2010 a 97.474 del 2019: un aumento dell’11%. A sorpresa sono le regioni del Sud quelle dove scoppiano più coppie: guida la classifica la Calabria con +66% mentre i più stabili, almeno sotto il profilo coniugale, sono i liguri (-1%). E non sembra che la coppia sia per forza della pandemia: nel corso del 2020 le richieste di separazione sono calate del 18%. Il vero picco di divorzi è arrivato nel 2015 e nel 2016, subito dopo la riforma del 2014, con un’impennata dell’89%. I divorzi invece hanno subito un trend in calo. Nel corso del 2019 sono scesi del 14% rispetto al picco post riforma e si sono attestati 85.549.
Come mai? Le ragioni sono due: tempo e soldi. Quando la separazione è consensuale ci vogliono tre mesi per ottenerla. Se è giudiziale i tempi sono molto più lunghi. E quale strada si sceglie pesa parecchio sui conti. Le spese, che vanno dai tremila ai diecimila euro, possono diventare pesanti se uno dei due coniugi dovesse citare l’altro in giudizio: si sommano i costi legati agli avvocati e alle spese processuali. Forse anche per questo, l’85% delle separazioni nel nostro paese, nel corso del 2020, sono avvenute in maniera consensuale, e in questo modo si possono tagliare i costi che si limitano a qualche decina di euro per oneri fissi e bolli. Possono arrivare a 3.000 euro nel caso in cui si dovesse chiedere supporto legale. Ovviamente si valutano i costi di un divorzio tra comuni cittadini: per VIP e super ricchi le spese decollano.
Se poi ci vogliono tre mesi per un divorzio consensuale, per quello giudiziale ci vogliono oltre 3 anni con costi che possono oscillare tra i 1.500 ed i 20.000 euro per coniuge. Il divorzio, per legge, può avvenire una volta che siano trascorsi sei mesi da una separazione consensuale o dopo dodici mesi da una giudiziale. Un ulteriore lasso di tempo che fa lievitare anche i costi. Se poi gli ex sposi non riescono proprio a mettersi d’accordo il divorzio potrebbe arrivare anche dopo dieci anni. Insomma facendo tutti i conti, la separazione e successivo divorzio possono costare da 5.000 euro se ci si mette d’accordo a un massimo di 60.000 euro se non si seppellisce l’ascia di guerra.