
J&J ha anche ristretto il range di previsione per il suo fatturato annuo, che ora stima tra i 97,5 ei 98 miliardi di dollari (contro i 97,3 ei 98,3 miliardi di luglio
Il colosso americano Johnson & Johnson (J&J) ha registrato risultati trimestrali migliori del previsto, grazie in particolare alle solide vendite di diversi farmaci di punta. Il gruppo del New Brunswick (New Jersey) ha realizzato da luglio a settembre un fatturato di 23,8 miliardi di dollari (+1,9% in un anno), superiore alle aspettative degli analisti di Wall Street.
L’utile netto è stato di 4,5 miliardi di dollari (+21,6%). Riportato per azione ed escludendo gli elementi eccezionali, l’utile è stato di 2,55 dollari, lievemente al di sopra delle previsioni di mercato. Le vendite dell’unità farmaceutica sono aumentate del 2,6% a 13,2 miliardi di dollari, beneficiando tra l’altro della forte domanda del farmaco antitumorale Darzalex e Stelara, usato come trattamento per il morbo di Crohn.
I ricavi generati dalla divisione apparecchiature mediche sono aumentati del 2,1%, mentre quelli dei suoi prodotti di consumo (medicinali senza prescrizione medica, creme Neutrogena e Aveeno, medicazioni, ecc.) sono diminuiti dello 0,4%.
J&J ha anche ristretto il range di previsione per il suo fatturato annuo, che ora stima tra i 97,5 ei 98 miliardi di dollari (contro i 97,3 ei 98,3 miliardi di luglio).
Per il 2023, la società afferma di aspettarsi una minore inflazione, ma avverte che i maggiori costi d’inventario realizzati quest’anno avranno un impatto negativo. Attualmente prevede che gli effetti valutari riducano i suoi utili per azione da 40 a 45 centesimi nel 2023. Le azioni di Johnson & Johnson sono aumentate di circa il 2% nel trading elettronico prima dell’apertura di Wall Street.