
Lo studio considera l’agricoltura, gli eventi estremi, l’inquinamento, le politiche ambientali, lo scambio delle quote di emissione, il turismo, la transizione ecologica. Col caldo anche gli studenti rendono meno
L’aumento della temperatura oltre certe soglie di tolleranza ha un effetto negativo sul Pil pro-capite e sul suo tasso di crescita. Questo quanto emerge dallo studio “Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana”. Un progetto di ricerca della Banca d’Italia.
Sulla base di ricostruzioni climatologiche – si osserva – la temperatura in Italia è aumentata di circa 2 gradi centigradi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del ventunesimo secolo.
Nello studio di Bankitalia sono presentati i primi risultati di un progetto di ricerca su qual è l’impatto del cambiamento climatico sull’economia italiana e quali le migliori politiche per la mitigazione e l’adattamento. Tra gli elementi presi in considerazione, l’agricoltura, gli eventi estremi, l’inquinamento, le politiche ambientali, lo scambio delle quote di emissione, il turismo, la transizione ecologica.
L’agricoltura – spiega lo studio di Bankitalia – è uno dei settori più esposti al rialzo delle temperature e a eventi meteorologici estremi indotti dal cambiamento climatico. Nonostante l’entità dei potenziali danni, in Italia le assicurazioni rimangono poco diffuse. La selezione avversa e la sottovalutazione dei rischi climatici da parte delle imprese agricole contribuiscono a spiegare il basso grado di copertura assicurativa. I fondi erogati nell’ambito della Pac hanno contribuito ad aumentare le sottoscrizioni di polizze.
Gli impatti sfavorevoli delle alte temperature e degli eventi estremi si estendono all’industria e al terziario. Un aumento permanente dell’incidenza delle temperature elevate si riflette su una riduzione del tasso di entrata di nuove imprese e un aumento (più contenuto) dei tassi di uscita dal mercato. Le imprese localizzate in comuni colpiti da frane o alluvioni registrano in media una probabilità di fallimento significativamente superiore rispetto alle aziende in comuni non colpiti.
Gli effetti sulla performance delle imprese che sopravvivono agli eventi climatici sono asimmetrici: le conseguenze negative si concentrano sulle imprese di più piccola dimensione; quelle più grandi evidenziano migliori capacità di adattamento.
Il cambiamento climatico e l’inquinamento hanno effetti negativi sulla produttività dei singoli individui – viene ricordato – gli studenti che sostengono esami in giorni caldi hanno risultati peggiori; il rischio di infortuni sul lavoro è maggiore nei giorni in cui la qualità dell’aria è peggiore.
Appropriate politiche ambientali sono fondamentali per assicurare la transizione ecologica, ma esse vanno anche inserite in un quadro normativo chiaro. La semplificazione delle procedure per le installazioni di impianti fotovoltaici attuata in alcune regioni italiane tra il 2009 e il 2013 ha portato a un significativo aumento della capacità installata.
La riforma dell’Emission trading scheme (Ets) dell’Unione europea che ha ridotto la quota di certificati gratuiti a disposizione delle imprese non ha avuto effetti collaterali negativi sulla produttività delle stesse e sulla loro propensione ad esportare.
Il turismo montano rischia di essere tra i settori più esposti all’aumento delle temperature, soprattutto nella sua componente invernale – si rileva – a seguito della consistente diminuzione delle precipitazioni nevose per la fine del secolo, il numero di passaggi di sciatori nella stagione potrebbe diminuire di circa il 7%; il calo potrebbe essere più intenso per le località a più bassa quota; l’innevamento artificiale permetterebbe solo in parte di compensare la scarsità di precipitazione e di sostenere i flussi turistici.
La transizione ecologica – conclude Bankitalia – richiede investimenti ed innovazione da parte delle imprese, ma in Italia l’attività brevettuale green è in calo dal 2008. Una maggiore offerta di credito bancario aumenta la propensione delle imprese a investire in tecnologie verdi, più di quanto non lo faccia per le tecnologie ordinarie.
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