
I mercati sono deboli, incerti e molto volatili, condizionati dai timori di recessione e dal rialzo dei tassi
Dopo i primi minuti di scambi, a Milano l’Ftse Mib è in calo dello 0,95% a 21.490 punti. Il britannico Ftse100 cede lo 0,5% a 6.896,35 punti mentre il Dax di Francoforte perde l’1% a 12.627,88 punti e il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,2% a 6.009,70 punti.
I mercati sono deboli, incerti e molto volatili, condizionati dai timori di recessione e dal rialzo dei tassi. A indebolirli e a renderli così instabili sono le aspettative degli investitori, i quali ora prezzano al 5% l’anno prossimo i rialzi dei tassi della Fed, dal 4,6% della scorsa settimana, il che significa che per far fronte all’alta inflazione la Fed dovrà frenare l’economia Usa più del previsto.
Questo ha fatto impennare il rendimento dei Treasury, portando il tasso del decennale Usa al 4,25%, il top dal 2008, inoltre ha fatto lievitare il biglietto verde, che ha superato la soglia dei 150 yen, spedendo la valuta nipponica al minimo dal 1990 e ha invertito ieri da positivo in negativo l’andamento di Wall Street.
Oggi in Asia la borsa di Tokyo arretra, anche dopo l’uscita dei dati sull’inflazione in Giappone, avanzata del 3,0% annuale a settembre, il livello più alto dal 2014. In ribasso anche il listino di Hong Kong, mentre Shanghai sale, in attesa che a Pechino domenica si concluda il ventesimo congresso del Pc cinese, dal quale Xi Jinping, uscirà rafforzato, con un terzo mandato quinquennale come leader del Paese.
Scendono anche intorno al mezzo punto percentuale i future a Wall Street, dopo l’altalenante andamento di ieri, a cui ha contribuito anche il dato del superindice sull’economia, sceso a settembre per la sesta volta su sette, con un calo lievemente superiore alle attese.
In Italia oggi il Quirinale assegnerà a Giorgia Meloni il mandato di formare il nuovo governo e ieri lo spread ha chiuso in ribasso a 233 punti base, in contrazione dopo i 240 punti dell’apertura. Intanto in Europa, dopo quasi dodici ore di trattativa, dal summit dei capi di Stato e di governo è arrivato un mandato “pieno e chiaro” alla commissione europea di adottare “decisioni concrete” sul price cap al Ttf di Amsterdam.
Questa mattina, lo Spread tra Btp e Bund parte in rialzo. Il differenziale segna in avvio 236 punti dai quasi 234 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano sale al 4,81% , quasi 9 punti in più rispetto alla vigilia.
L’euro è in lieve calo questa mattina sul dollaro. La moneta unica è scambiata a 0,9776 dollari, con un ribasso dello 0,1%. Stesso andamento nei confronti dello yen a 146,97 (-0,14%). La sterlina arretra dopo il primo inziale rialzo registrato ieri in coincidenza con l’annuncio delle dimissioni del primo ministro Liz Truss. La moneta britannica vale questa mattina 1,11 dollari (1,13 le quotazioni di ieri pomeriggio). Il cambio euro-pound è invece a 0,87.
Avvio in calo per il gas dopo che nella notte il Consiglio europeo sull’energia ha raggiunto l’accordo decidendo di andare avanti sul price cap e sull’indice alternativo a TTF. Ad Amsterdam il prezzo in avvio cede il 2,35% a 124 euro al megawattora. La chiusura di ieri era stata a quota 127 euro.
Quotazioni in rialzo questa mattina per il Wti americano. Il greggio con consegna a dicembre è a 85,98 dollari al barile, con una variazione di +0,5%. Poco mosso invece il Brent a 92,44 dollari al barile.
Tra i dati macro, sotto la lente la fiducia dei consumatori nell’Ue che è attesa nuovamente in calo ad ottobre, penalizzata dai continui rincari dei prezzi. L’attenzione poi in serata è l’agenzia di rating S&P che si pronuncerà sul rating dell’Italia , attualmente BBB con outlook stabile.