
Calano i profitti, in crisi il retail; ora si spera nel Natale.
Anche Adidas è costretta ad ammetterlo, come ha già fatto la competitor made in Usa Nike: il numero di invenduto sta aumentando pure per la marca tedesca, sintomo di recessione e calo degli acquisti. Il 21 ottobre, il gruppo con sede a Herzogenaurach si è trovato costretto a lanciare un “profit warning”, ossia un allarme sui conti. Ha dovuto cioè rivedere al ribasso sia le stime di margine operativo per il 2022 (dal 7 al 4% del fatturato) sia le aspettative di utili netti da 1,3 miliardi a 500 milioni di euro.
“Le nuove previsioni – ha spiegato Adidas in una nota del 21 ottobre – prendono in considerazione un ulteriore peggioramento dei trend di traffico nella Grande Cina così come un significativo accumulo di scorte, come risultato di una minore domanda di consumi nei principali mercato occidentali dall’inizio di settembre, che dovrebbe condurre a una maggiore attività promozionale nella restante parte dell’anno”. Ma anche l’uscita dal mercato russo a causa delle sanzioni pesa, con i 300 milioni in meno nell’ultimo trimestre chiuso il 30 settembre. La marca tedesca più famosa al mondo di sports wear perde così l’11 % di valore nel mercato azionario, nonostante l’annuncio di avere realizzato nel terzo trimestre ricavi in crescita dell’11% annuo a 6,4 miliardi.
Non è l’unico brand del settore a zoppicare: anche la concorrente statunitense Nike aveva fortemente risentito in Borsa dell’annuncio di un aumento del 44% su base annua delle rimanenze. Sono pochi i consumatori che domandano i prodotti, sia per la contingenza economica che fa tirare la cinghia e risparmiare sui beni non indispensabili, ma anche per un cambio di mentalità. Sono questi infatti i giorni della campagna #payyourworkers che coinvolge oltre 100 associazioni in difesa dei diritti dei lavoratori, e che mette sotto accusa proprio Adidas per un contenzioso sindacale mal gestito dalla multinazionale in Cambogia. Per la questione etica non è chiaro quali margini ci siano di recupero, e quanto la tendenza sia invece destinata a perdurare. Sotto il profilo dei portafogli che languono fondamentale sarà seguire cosa accadrà nella stagione, ormai alle porte, degli acquisti natalizi.