Con il Covid è stato boom di nuovi pet, ma ora la crisi inverte la tendenza
L’abbandono canino? Un reato, oltre che un costo per i contribuenti. Eppure purtroppo il trend degli abbandoni degli amici a quattro zampe è tornato a dar parlare di sé. Oltre alle solite motivazioni, si è aggiunta anche quella dell’eccessivo costo dei pet: la crisi economica rende sempre più insostenibile il costo di un animale per molte famiglie.
Secondo i dati raccolti dall’Enpa in un report, dal primo gennaio al 30 settembre “sono 17.585 i cani ospiti nei nostri rifugi e 39.752 i gatti accuditi tra gattili e colonie feline” mentre “le adozioni sono in grande calo”. Per chi è impegnato nei rifugi, la ragione principale di cessioni e abbandoni è di natura economica. Quasi la metà di coloro che cedono a malincuore i loro animali spiega di non poter continuare a dare al loro pet il tenore di vita minimo di cui ha bisogno. “Mantenere un cane in buona salute – riporta l’Enpa – costa circa 120 euro al mese, quando poi subentrano malattie e problemi di salute i costi lievitano notevolmente”. Seguono poi le consuete scuse : la difficoltà incontrata nella gestione dell’animale, magari perché si è voluto adottare un esemplare di una razza ‘alla moda’ invece di uno adeguato alle proprie capacità, ad esempio. Ma prosegue anche la tendenza, diffusa tra i cacciatori, ad abbandonare quei cani da lavoro che al ‘battesimo dello sparo’ non risultano idonei alla caccia: oltre il 30% dei cani viene abbandonato subito dopo l’apertura della stagione venatoria per incapacità al lavoro. Se sulla cultura però resta ancora da lavorare, sui costi e le spese si può però intervenire. Da qui la richiesta rivolta alle istituzioni dall’ente di abbassare del 10% l’Iva su cibo per animali e spese veterinarie, in modo da se non invertire il trend e tornare al boom di adozioni verificatosi durante la pandemia, almeno tamponare la situazione corrente.
Oltre a essere un reato (punito dall’articolo 727 del codice penale) come fa notare Axa Assicurazioni in un articolo, l’abbandono ha un costo; e non solo per il padrone colto in flagrante, cui magari viene comminata la multa, ma proprio per la collettività. Per ogni cane ospitato in canile ogni Comune paga circa mille euro all’anno, e nei canili italiani ci sono circa 200.000 esemplari. Ovviamente questo se non si considerano anche l’impatto sulle casse pubbliche dei gattili, o i costi sociali in sicurezza e sanità cui devono fare fronte le amministrazioni quando, ad esempio, i soggetti inselvatichiti diventano diffusori di patologie o si organizzano in “branchi” di difficile gestione.