A partire dall’anno prossimo cambiano alcune agevolazioni per ristrutturazioni e barriere architettoniche
Per le persone con disabilità motoria, magari in carrozzina, l’anno che viene potrebbe essere in salita. Non è un gioco di parole, ma un dato di fatto. Fino al 31 dicembre 2022 per l’eliminazione delle barriere architettoniche l’agevolazione è pari al 75% della spesa sostenuta, ma dal 2023 la percentuale scenderà al 50%. Tra i lavori suddetti che finora beneficiavano di bonus ci sono gli ascensori e i montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione) così come gli strumenti tecnologici e robotici aiutino la mobilità interna ed esterna all’abitazione.
L’aiuto per le ristrutturazioni invece resterà anche nel 2024 al 50%, con il limite di spesa fissato a 96mila euro. Scompare invece il super bonus per le villette unifamiliari al 110%. Lo ha deciso la scorsa Legge di Bilancio che ha previsto una proroga pluriennale per i bonus edilizi, tra cui la detrazione fiscale del 50 per cento per le ristrutturazioni che resta garantita anche per i lavori effettuati dal 1° gennaio 2023 fino alla fine del 2024. Stesso regime per le opzioni relative alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Attenzione però alla detrazione al 50%, che resta sì, ma andrà diluita in dieci quote annuali di pari importo. Può anche essere suddivisa fra tutti i contribuenti che possiedono o detengono l’immobile oggetto di interventi. Conviene comunque affrettarsi: senza nuove proroghe, dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà al 36%, col limite di 48mila euro.
Chi può beneficiare dei bonus? Quasi tutti: anzitutto i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato. L’agevolazione riguarda i proprietari degli immobili, ma anche ai titolari di diritti reali/personali che hanno interesse sull’immobile e che partecipano alle spese di intervento. Anche per le famiglie e affini non ci sono problemi: hanno diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile, il coniuge separato o il convivente more uxorio. Gli immobili di intervento invece possono essere di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze.
Cosa si potrà fare? Nel bonus 50% rientrano i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia e anche la manutenzione ordinaria. Ma anche realizzazione di box auto, l’installazione di impianti fotovoltaici, scale di sicurezza e ascensori, l’installazione di porte blindate, grate a finestre o videocamere. E non restano fuori gli interventi di riduzione del degrado come impianti di aereazione, cambio infissi e riduzione dell’impronta ecologica. Per la ricostruzione o il ripristino dell’immobile danneggiato a causa di calamità naturali, occorrerà che sia in vigore lo stato di emergenza. Dentro il bonus invece restano le spese per l’acquisto di materiali, il bollo e le perizie e sopraluoghi. Niente da fare per il trasloco invece, così come per la custodia dei mobili nel periodo di intervento.
Attenzione però: la detrazione spetta soltanto per le spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili, non per quelle relative al semplice acquisto di strumenti. Niente telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastiere espanse. Tali beni, tuttavia, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione Irpef del 19%.