Il ministro delle Imprese e del Made in Italy spiega quali sono le linee guida del suo progetto
La difesa della sovranità tecnologica contro le acquisizioni da parte di Russia e Cina sarà “assolutamente” la mission di politica industriale del ministro delle Imprese e del Made in Italy. Così in una intervista a La Stampa il ministro Adolfo Urso.
Per Urso «dobbiamo riportare in casa, sul continente europeo quando l’economia di scala non permette una soluzione nazionale, alcune produzioni cruciali. Penso ai microchip che si fanno solo a Taiwan, ai droni, ma anche alle batterie elettriche per le auto del futuro, oppure ai pannelli solari. La transizione ecologica dai combustibili fossili alle rinnovabili non può e non deve significare che l’Europa passa da una dipendenza dal gas russo a una nuova dipendenza dalle tecnologie cinesi».
«Ci avviciniamo a una congiuntura economica terribile. Siamo alla vigilia di una recessione. Previsioni fosche che dobbiamo assolutamente smentire focalizzando la nostra attività al sostegno alle imprese sburocratizzando i processi, incentivando gli investimenti, utilizzando appieno le risorse del Pnrr, ridefinendo la politica promozionale all’estero. Per questo dico che il ministero deve diventare la casa delle imprese italiane» spiega.
«In campo industriale i nostri principali partner restano Francia e Germania”, conclude il ministro: “Auspichiamo che nascano campioni europei ma con pari dignità per gli italiani». Contro la recessione, spiega ancora Urso in un’altra intervista al Corriere della Sera, «dobbiamo incidere sui processi autorizzativi, con un’azione di sburocratizzazione. Non dobbiamo limitarci a proteggere ma a far crescere i nostri campioni nazionali, o le nostre filiere produttive da primato, anche con accordi strategici con Francia e Germania».