
Fim, Fiom e Uilm spiegano che l’azienda sull’ultimo periodo produttivo si è limitata a genericamente descrivere una insaturazione della capacità produttiva
L’incontro tra la direzione aziendale di Wartsila e Fim, Fiom e Uilm è stato «deludente». Pertanto, la vertenza continua. La riunione è stata convocata dall’azienda per ottemperare al pronunciamento del giudice del lavoro del Tribunale di Trieste dello scorso 23 settembre per condotta antisindacale.
«Si è trattato di un primo incontro, deludente, che non ha fornito alle organizzazioni sindacali e alla Rsu informazioni di dettaglio sull’andamento economico e produttivo del gruppo e dei singoli siti, sulle prospettive occupazionali, sugli investimenti – dicono i sindacati – la direzione aziendale ha ripercorso lo sviluppo industriale degli ultimi 20 anni della produzione dei motori, evidenziando che il mercato di riferimento di Wartsila continuerà ad alimentare una domanda di motori per un lungo tempo, anche con caratteristiche diverse: più piccoli, più efficienti, più potenti e più flessibili nel poter essere alimentati da diverse tipologie di combustibile. A precisa domanda la direzione aziendale ha confermato che in questi anni nello stabilimento triestino la produzione dei motori è stata di alta qualità riconosciuta dai clienti».
I sindacati spiegano che l’azienda sull’ultimo periodo produttivo si è limitata a genericamente descrivere una insaturazione della capacità produttiva installata negli stabilimenti della corporate conseguente alla riduzione dei volumi nel mercato della motoristica per effetto della pandemia e della guerra in corso tra Ucraina e Russia; i contenuti degli accordi intragruppo tra Wartsila Italia e Wartsila Finland relativi al “Contract Manufacturing Services”, segnatamente l’assenza di clienti propri di Wartsila Italia, nei fatti esecutrice di attività e commesse ordinate alla stessa da Wartsila Finland.
Il coordinamento Fim, Fiom e Uilm nel respingere qualsiasi ipotesi di dismissione della produzione di motori ha rivendicato la continuità produttiva del sito triestino e l’immissione immediata in produzione di nuove commesse di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire il confronto sul futuro industriale, produttivo e occupazionale del gruppo anche per approfondire l’informativa prevista dal contratto e dall’integrativo.