
Ogni anno mancate entrate nell’erario, Irpef la tassa meno dichiarata
L’evasione qualche danno lo fa; precisamente, 80 miliardi che mancano dalle casse statali. L’ultimo rapporto è stato pubblicato nel dicembre 2021 e fotografa la situazione che dal 2019 attraversa la pandemia. All’inizio del periodo in esame l’evasione fiscale in Italia ammontava a circa 86,6 miliardi di euro. L’imposta più evasa è stata l’Irpef da lavoratore autonomo (32,2 miliardi di euro), seguita dall’Iva (27,8 miliardi di euro) e dall’Ires (8,17 miliardi di euro). In generale tra il 2014 e il 2019 l’evasione fiscale ha raggiunto un valore medio pari a circa 93,5 miliardi di euro l’anno, cifra che supera i 105 miliardi di euro se si aggiunge l’evasione dei contributi previdenziali.
Per lo meno nel 2019 si è registrata un’ulteriore importante riduzione relativa al gap dell’Iva, che è diminuito di 5 miliardi di euro, passando da 32 miliardi di euro nel 2018 a 27 miliardi di euro nel 2019. Ha aiutato in tal senso l’introduzione nel 2015 e l’estensione nel 2017 del meccanismo dello split payment e l’obbligo della fatturazione elettronica per alcune categorie di soggetti, generalizzato poi a tutti i contribuenti nel 2019. Per contro, l’evasione fiscale è aumentata per le imposte dirette dei redditi da lavoro autonomo e d’impresa e per le accise di quasi due punti percentuali.
Va però ricordato che la dichiarazione dei redditi del 2019 viene fatta l’anno successivo, cioè nel 2020. I risultati che mostrano l’incremento dell’evasione fiscale in determinati settori fiscali potrebbe quindi essere stata suggestionata dagli effetti della pandemia da Covid-19, le cui ricadute economiche hanno comportato la chiusura di molte attività.