
Secondo il rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, il conflitto ridimensiona il ruolo della Russia negli affari energetici internazionali
Crollo del carbone, picco del gas entro i prossimi 10 anni, boom di auto elettriche a metà degli anni ‘30. È quanto emerge dal rapporto World Energy Outlook 2022 la Iea (International Energy Agency), secondo la quale la guerra farà scendere l’utilizzo dei combustibili fossili.
«Nello scenario basato sulle attuali scelte politiche, l’uso del carbone diminuisce nei prossimi anni, la domanda di gas naturale raggiunge un livello stabile entro la fine del decennio e l’aumento delle vendite di veicoli elettrici porta alla stabilizzazione della domanda di petrolio a metà degli anni ’30 per arrivare a una leggera diminuzione al 2050» si legge nello studio.
«Con la perdita del suo più grande mercato di esportazione in Europa, la Russia affronta la prospettiva di un ruolo molto ridotto negli affari energetici internazionali – spiega Iea – Il 2021 ha segnato un record per i flussi di esportazione russi. Ma la sua quota di gas scambiato a livello internazionale, che si attestava al 30% nel 2021, scenderà al 15% entro il 2030 nello scenario delle politiche dichiarate dai governi e al 10% nello scenario degli impegni annunciati. Gli importatori cinesi hanno stipulato attivamente contratti per il gas naturale liquefatto e non c’è spazio nel bilancio del gas previsto per la Cina per un altro gasdotto su larga scala dalla Russia».
Certo, non sarà un cambiamento immediato. I primi anni saranno difficili ma la situazione è destinata a cambiare quando gli investimenti in energia pulita arriveranno a oltre due mila miliardi di dollari all’anno entro il 2030, in aumento di oltre il 50% rispetto a oggi.