
La fondazione di diritto privato costituita dall’associazione Gruppo Italiano per La Medicina Basata sulle Evidenze si è espressa in merito agli orientamenti del nuovo governo
Sì allo stop al “bollettino” quotidiano sul Covid, ma garantendo l’aggiornamento, anche della campagna vaccinale, e la possibilità di accesso ai dati a ricercatori per analisi e studi indipendenti.
No all’abolizione dell’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa: al contrario, in questi luoghi andrebbe reso permanente il dovere di indossarle. Reintegri di sanitari non vaccinati e “sanatorie” per chi non abbia ottemperato all’obbligo di vaccinazione: «amnistia anti scientifica e diseducativa».
Così, a poche ore dal Consiglio dei ministri del Governo Meloni che tra gli altri prevede anche una serie di interventi in discontinuità con la gestione Speranza della pandemia, la Fondazione Gimbe esprime le sue posizioni sulle misure preannunciate.
In particolare, quanto all’obbligo vaccinale per il personale sanitario e al reintegro di sanitari no-vax sospesi dal 1 novembre, «il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto, sia perché la misura viene anticipata di soli due mesi rispetto alla scadenza fissata al 31 dicembre sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta -. Ben diverso l’impatto in termini di percezione pubblica di questa “sanatoria” e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche per garantire la continuità di servizio. Peraltro, al di là di una scelta individuale incompatibile con l’esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione sui vaccini, elevandosi a “paladini” del popolo no-vax».