
Il provvedimento americano sulla transazione ecologica, il “Inflation Reduction Act”, prevede agevolazioni solo a chi compra auto “made in Usa”
Dopo gli affondi francesi e tedesco, adesso è la volta della Ue che attraverso la presidenza di turno retta dalla Cechia indica che il piano di investimenti americano sulla transizione climatica prevede misure “discriminatorie” nei confronti delle case automobilistiche europee dato che negli Usa si prevedono aiuti solo alle auto made in Us.
«È un piano inaccettabile» per i Ventisette, ha indicato il ministro ceco dell’industria Jozef Sikela, a margine della riunione dei responsabili del commercio Ue a Praga, aggiungendo: «Così com’è, questo testo è estremamente protezionista, a scapito delle esportazioni europee. Questo punto va chiarito».
I ministri discuteranno della questione con la loro controparte americana Katherine Tai e non sarà una discussione facile. D’altra parte, la Ue in questa fase cerca di fronteggiare l’urto concorrenziale sia da parte americana che da parte cinese, essendo impegnata da tempo a garantire pari condizioni per le imprese europee in Cina rispetto alle condizioni garantite in Europa.
Si tratta di discussioni politicamente rilevanti considerando che il cancelliere tedesco Scholz andrà questa settimana in Cina dopo aver dato il via libero alla partecipazione minoritaria della compagnia statale Cosco alla società del terminale Tollerort del porto di Amburgo.
È la prima volta dall’avvio della presidenza Biden e sicuramente dall’invasione russa dell’Ucraina che il clima delle relazioni Ue-Usa non risulta così acceso, scrive Radiocor.
L’Inflation Reduction Act voluto da Joe Biden, cioè il più grande investimento mai deciso nel contrasto del cambiamento climatico che prevede 370 miliardi di dollari per la costruzione di turbine eoliche, pannelli solari e veicoli elettrici.
La misura al centro della controversia commerciale è il credito d’imposta, fino a 7.500 dollari riservato all’acquisto di un veicolo elettrico prodotto da uno stabilimento nordamericano con batteria prodotta localmente. Di fatto, di escludono le auto prodotte nella Ue.
Il ministro ceco Sikela ha spiegato che gli europei vogliono “lo stesso status di Canada e Messico”, la cui produzione gode degli stessi vantaggi della produzione americana.
Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, che tratta per nome e per conto dei governi Ue gli affari commerciali, ha dichiarato che «ci sono preoccupazioni per questo testo e le sue disposizioni discriminatorie. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro con gli Stati Uniti per affrontare questi problemi: è molto importante collaborare strettamente come alleati strategici, soprattutto nell’attuale situazione», tra la guerra in Ucraina e la crisi energetica.
In ogni caso Bruxelles sta ancora valutando se la legge statunitense violi o meno le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. Recentemente il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva sollevato il problema lanciando un allarme: si sta rischiando «una grande guerra tariffaria». Cioè una guerra commerciale.
Il presidente francese Macron ha indicato che a questo punto tocca agli europei decidere un “Buy European Act” per proteggere le case automobilistiche del continente sia dalla concorrenza cinese sia dalla manovra americana: «Abbiamo bisogno di un Buy European Act come gli americani, dobbiamo riservare sussidi ai nostri produttori europei».
Questo mentre la Cina sta proteggendo come non mai l’industria nazionale e gli Usa stanno facendo altrettanto. Invece “l’Europa è una casa aperta”. La Ue non è sola a lamentarsi della mossa americana, sulla stessa linea si trovano Corea del Sud, Giappone, Cina e Russia.